AMBIENTE

Acque del Sarno, l’analisi è un doppione

La Regione affida i campionamenti ai privati per 950mila euro: scontro di competenze con i tecnici incaricati dall’Arpac

SARNO - Campionamenti delle acque del fiume Sarno affidati ai laboratori privati per quasi un milione di euro. Ora, però, spunta un conflitto di competenze con le funzioni attribuite all’Arpac. La Regione Campania, nel bollettino ufficiale del 14 settembre scorso, infatti ha reso noto l’avviso di aggiudicazione relativo all’appalto di monitoraggio e protezione civile riguardante il bacino idrografico del fiume Sarno con oggetto il servizio di campionamento ed analisi delle acque per un importo di oltre 950 mila euro. Le ditte vincitrici sono la Ambiente di Carrara e la Natura di Casoria.

A loro toccherà monitorare le stazioni di rilevamento già installate su numerosi punti del bacino del fiume, nei territori comunali di Sarno, San Marzano Sul Sarno, Nocera Inferiore, Scafati, Cava de’ Tirreni e Mercato San Severino, oltre a quelle presenti nel Napoletano. Nello specifico, l’appalto è stato affidato dalla Regione per consentire la valutazione della qualità delle acque sul fiume Sarno e sui principali affluenti principali: Solofrana, Cavaiola, Calvagnola e Lavinaio. Più nel dettaglio, i laboratori dovranno garantire il prelievo di campioni d’acqua dal fiume Sarno ed i suoi affluenti principali, con l’analisi delle principali caratteristiche biologiche, con una cadenza di due volte all'anno, e chimiche con cadenza di ogni 30 giorni. Per alcuni operatori del settore, però, tale affidamento comporterebbe una conflittualità con le attività istituzionali già svolte dall’Arpac, delegata alla vigilanza e il controllo del rispetto delle normative vigenti, al supporto tecnico-scientifico agli Enti locali, l'erogazione di prestazioni analitiche di rilievo sia ambientale che sanitario, la realizzazione di un sistema informativo ambientale, e inoltre compiti di ricerca e informazione.

«Il tutto poteva essere tranquillamente gestito dalla società regionale campania del polo unico ambientale - ha detto l’ingegnere Vincenzo Adamo , esponente del Comitato “No Vasche” - . Per strani motivi, però, si tende sempre ad esternalizzare il servizio con un notevole aggravio di costi e uno spreco di soldi. Personalmente, penso che le centraline di rilevamento installate non servono a nulla e potrebbero essere gestite anche dall’Arpac o dalla Sma Campania. Vi è un doppione di competenze per il monitoraggio delle acque e il controllo della qualità e della portata. Inoltre, questi dati non sono vengono mai resi pubblici».

Danilo Ruggiero