IL SISMA

Acerno, terremotati senza alloggi: la ricostruzione è infinita

L’edificazione delle palazzine di via Fortunato ancora al palo dopo 18 anni. Sprint per ultimare le abitazioni

ACERNO - Non ci sono più baracche né prefabbricati per i terremotati. Al loro posto, nel 2003, si prese a edificare tre palazzine, in tutto 18 alloggi, mai ultimate. Ora la Regione Campania, attraverso un’altra tranche di finanziamento pari a 400mila euro, spinge affinché vengano completati i lavori degli alloggi destinati ai terremotati del 23 novembre del 1980. Eppure non basta per ridare definitivamente un’abitazione a chi oltre 40 anni fa perse la casa e la vita sotto le macerie delle case cadute con le potenti scosse. Nacque così, in via Giustino Fortunato, non lontano dal centro, l’accampamento provvisorio dei terremotati e sfollati.

Circa un centinaio di persone costrette a vivere nell’area dei prefabbricati post- sisma. Gli amministratori comunali di quel tempo presentarono alla Regione Campania il progetto per l’eliminazione delle baracche e dei container. Per oltre vent’anni ci abitarono diverse famiglie: un’odissea. Nel 2002, finalmente, il Comune ottenne i primi fondi per cancellare lo scempio delle case provvisorie. Fortunatamente le famiglie dei terremotati nel frattempo aveva trovato nuove occupazioni e parte dei fondi regionali fu utilizzata per smantellare le catapecchie. I lavori per costruire le abitazioni furono avviati dopo il primo finanziamento, ottenuto attraverso il decreto del 28 marzo 2002: erano 2,1 milioni di euro. Inizialmente era prevista la realizzazione di 36 alloggi destinati ai nuclei familiari residenti nei container, in baracche o all’interno d’altri alloggi impropri.

L’Ufficio tecnico del Comune avviò l’iter per aprire il cantiere, con la speranza di poter archiviare l’emergenza abitativa post-terremoto, ma il cantiere si fermò alle murature e alle coperture in cemento. I fondi assegnati nella prima tranche bastarono solo in parte, e tra l’altro nel progetto iniziale erano previsti sette fabbricati. Il progetto fu rivisto e ridotto a tre immobili e l’importo complessivo della progettazione diventò di 1,6 milioni. Tutto si era fermato. Nelle scorse settimane, il dirigente regionale Donata Vizzino ha emesso un nuovo decreto per il 2021, impegnando a favore del Comune di Acerno i fondi che in parte potrebbero servire a completare gli alloggi, ma forse non basteranno 400mila euro per chiudere il capitolo terremoto.

Quel terribile sisma del 23 novembre che anche nella piccola comunità picentina fece 11 vittime. Le abitazioni nel centro storico si sgretolarono del tutto senza dare scampo a otto donne e tre uomini. Ora con questa nuova tranche di finanziamento gli amministratori e gli assegnatari sperano di poter tirare un sospiro di sollievo. Intanto ieri è stato celebrato il giorno del ricordo delle vittime. A Santa Maria degli Angeli, don Antonio Caroppoli ha presieduto la messa in suffraggio le 11 persone che quel terribile 23 novembre del 1980 persero la vita. A seguire, come sempre, la corona d’alloro, alla presenza del sindaco Massimiliano Cuozzo , sul monumento ubicato in Piazza Freda. Sulla lapide tutti i nomi delle vittime: Virginia De Angelis , Gerardo De Rosa , Anna Maria Fiorentino, Sofia Perillo , Raffaele , Lucia e Rosa Salvatore , Gerardina Sansone , Gerardina Vece e Raffaella Vestuti .

Piero Vistocco