Accuse a Santocchio, Aliberti a processo 

L’ex sindaco rinviato a giudizio dopo le frasi contro l’esponente di Fratelli d’Italia pubblicate sul profilo Facebook

Accuse via social, rinviato a giudizio l’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti. La guerra infinita tra Mario Santocchio e il politico di Forza Italia finirà nelle aule del Tribunale di Nocera Inferiore il prossimo 20 settembre. L’ex consigliere comunale di Fratelli d’Italia, con un passato da assessore nella prima giunta del medico scafatese di via Aquino, è comparso come parte offesa nel processo che vedrà imputato l’ex sindaco. I giudici hanno accolto la richiesta del pm Roberto Lenza, che per la vicenda sollevata da Santocchio aveva chiesto il processo per Aliberti.
Una querela nata dopo un post su Facebook, scritto da Aliberti nell’aprile dell’anno scorso, e in cui sarebbe stato offesa “la reputazione e l’onore” dell’avvocato in quota Fratelli d’Italia, legato alla gestione degli appalti a Scafati. In quel periodo, infatti, Santocchio aveva attaccato l’ex sindaco per il fallimento della “Scafati Sviluppo”, parlando di “una morte annunciata, nonostante i vari tentativi del primo cittadino e dei suoi fedelissimi di nascondere gli atti della società di trasformazione urbana interamente partecipata dal Comune”. Da qui, la controffensiva di Aliberti, pronto a tirare in ballo, il motivo per cui Santocchio si sarebbe trasformato da alleato ad avversario politico della sua coalizione di allora: il centro commerciale mai costruito in città, con l’ex primo cittadino che negò l’autorizzazione all’ex presidente del Cstp.
Una vicenda unita a un’altra ben più complessa: i presunti rapporti tra l’ex sottosegretario Nicola Sorrentino, Santocchio e alcuni clan dei Casalesi, tornati d’attualità negli ultimi giorni in città dopo le ultime dichiarazioni del pentito Luigi Cassandra. Una vicenda legata a un’inchiesta per fatti avvenuti nel 2007, in cui il politico di Fratelli d’Italia pressò Cosentino per ricevere la candidatura alle politiche che si sarebbero svolte di lì a poco, e che poi hanno visto condannato il cognato di Santocchio. Così Aliberti, il 25 aprile scorso, è passato all’attacco: «Lui è quello che cercava di essere candidato alle elezioni politiche in cambio di un finanziamento di 5 milioni di euro a un gruppo di casalesi capeggiati da Di Caterino». Dichiarazioni forti, continuate successivamente: «Usa la violenza del linguaggio per non aver realizzato il centro commerciale, mi attacca per la mia vicenda giudiziaria per la quale non è neppure iniziato un processo. Si mortifica una vicenda per cui c’è una condanna di primo grado di 5 anni per il cognato? Vuole il silenzio? Nel giorno della festa della Liberazione noi rivendichiamo il diritto alla parola. Ci è consentito? Lo capiremo nei prossimi giorni».
Frasi che Santocchio ha denunciato sin da subito, attraverso degli screenshot dei post pubblicati da Aliberti sulla propria pagina Facebook, annunciando querela per diffamazione contro il politico forzista.
Domenico Gramazio
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