Accorpamento delle Adisu, Salerno salva

Via libera in commissione al progetto che evita la mega struttura regionale e prevede due aziende

Le Aziende per il diritto allo studio universitario non saranno più sette, una per ogni università campana, ma soltanto due. Raggiunto ieri il traguardo della prima tappa del percorso iniziato nel 2010, dall’allora progetto Adisurc, di accorpamento delle aziende attive in regione. L’iter era stato avviato per la necessità di realizzare un programma di razionalizzazione degli enti gestori il diritto allo studio, alcuni dei quali presentano ormai da anni gravi criticità strutturali e buchi di bilancio. Le uniche due Adisu operative – secondo il progetto di legge approvato dalla commissione regionale Istruzione Cultura – saranno quella di Salerno, attualmente presieduta dal professor Domenico Apicella, e quella Seconda Università di Napoli. All’Adisu di Salerno saranno accorpate quelle di Caserta e Benevento. La seconda Adisu riunirà in un unico blocco tutte quelle di Napoli: Federico II, Parthenope, Orientale e Suor Orsola Benincasa.

«Il primo effetto dell’accorpamento è quello di aver ridotto i consigli di amministrazione da sette a due, operazione avvenuta a seguito di un lungo percorso di audizioni dei soggetti interessati, con cui ci siamo incontrati e confrontanti approfonditamente», ha spiegato Tommaso Amabile, presidente della commissione regionale ed ex sindaco di Fisciano.

La riduzione delle spese non riguarda ovviamente solo un numero inferiore di cda, ma anche una maggiore razionalizzazione della governance e quindi della intera gestione delle Adisu, velocizzando l’erogazione dei servizi e l’efficienza, specialmente nei confronti dei principali destinatari: gli studenti. Studenti che sono stati coinvolti durante questa fase di cambiamento, secondo Amabile, tramite diverse fasi consultive.

Il primo cambiamento che comporta l’accorpamento riguarda proprio gli studenti, poiché è stato previsto di vincolare ai fondi per le borse di studio i soldi versati dagli iscritti. Negli anni scorsi, è capitato spesso che le somme non tornassero nelle tasche degli studenti meno facoltosi, ma restassero nelle maglie della burocrazia, «come è successo lo scorso anno quando solo il 50 per cento dei fondi è tornato agli studenti» ha spiegato Francesco Borrelli, capogruppo consiliare Campania Libera, Psi e Davvero Verdi. Secondo le dichiarazioni di Borrelli e Amabile agli studenti saranno restituiti tutti i finanziamenti dovuti per il diritto allo studio, «fino all’ultimo centesimo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA