Accoglienza profughi La Prefettura blocca un nuovo Centro

Sono già tre le strutture di assistenza attive sul territorio Le proteste dei residenti nella contrada “Torre di Mare”

CAPACCIO. Nessun nuovo Centro di accoglienza profughi a Capaccio. Almeno per il momento. A renderlo noto è Pino Leone, titolare della struttura residenziale di accoglienza in via Vecchia Cilentana e del villaggio “El Pueblo”. «Come mi è stato riferito anche dalla stessa Prefettura – spiega Leone – il nostro comune è già saturo relativamente alla presenza di cittadini stranieri, pertanto, non è più possibile attivare nuovi Centri di accoglienza sul territorio».

Attualmente a Capaccio insistono, infatti, tre diverse strutture adibite per l’accoglienza di profughi e richiedenti asilo. Si tratta del centro situato in via Cilentana Vecchia, nella parte collinare, gestito dall’associazione Omnic, il villaggio “El Pueblo” gestito dall’associazione “One” , e la struttura situata nella borgata marittima della Licinella, gestita dalla Caritas.

Nel caso in cui dovessero registrarsi altri sbarchi nel porto di Salerno, come è avvenuto recentemente, i profughi non saranno portati dunque nel comune di Capaccio.

L’ipotesi di un nuovo Centro di accoglienza si era paventata qualche settimana fa, e aveva sollevato la protesta dei residenti di Torre di mare che non avevano accolto la notizia in modo positivo. Tanto è vero che per scongiurare l’evenienza hanno avviato, su iniziativa del Comitato Torre di mare, una petizione popolare protocollando una lettera di dissenso al Comune.

In effetti, i Comuni di Capaccio, Battipaglia e Eboli sono quelli che registrano la maggiore densità di presenza di stranieri che rappresentano quasi il 10% della popolazione. Purtroppo i cittadini stranieri nella maggior parte dei casi vivono in condizioni al limite della decenza, per la maggior parte originari del Marocco, trovano rifugio in baracche fatiscenti, roulotte e strutture pericolanti mettendo a rischio la propria incolumità.

Decine e decine di stranieri partiti dal loro Paese e approdati in Italia con la speranza di una vita più dignitosa. Tanti hanno un permesso di soggiorno e si spezzano la schiena nei campi sottopagati e nei lavori più umili. Ad accumunarli una vita difficile fatta di sofferenza.

Ancora più tragica la situazione vissuta dai profughi che scappano dalla guerra. A Capaccio fino a poco tempo fa era attivo anche un altro Centro di accoglienza all’interno dell’hotel Engel. Il Comune ha deciso di revocare il progetto Sprar a seguito di un’azione di protesta e lamentele di un gruppo di migranti che hanno puntato l’indice contro la gestione della struttura.

Accuse smentite dal titolare Alessandro Forlenza, che ha proceduto contro il Comune con una richiesta di risarcimento di 400mila euro per danni all’immagine e mancato lavoro. Dopo la revoca del progetto Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) l’associazione “Engel for life onlus” ha proceduto con un ricorso al Tar. Nel ricorso, curato dal legale Lorenzo Lentini, si chiede «l’annullamento previa sospensione della delibera di giunta (25/2015) e di tutti gli atti preposti connessi, collegati e consequenziali».

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