LE TASSE

Accise sulla benzina, possibile la riduzione in Campania

Dal 2019 un taglio o saranno lasciate invariate per finanziare altri settori

Il deficit nella sanità ha costretto i campani a pagare le tasse locali più alte d'Italia, tra Irpef, Irap e accise sui carburanti. Ma ora si può allentare la pressione delle imposte, grazie ai conti risanati. La possibile svolta è riportata dalla Corte dei Conti nel giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione. Nella decisione del 17 settembre, con cui i magistrati danno l’ok ai consuntivi del 2015 e 2016, si sottolinea quanto emerge dal verbale del 18 luglio scorso del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali. «Ai sensi dell’articolo 2, comma 6, del decreto legge n. 120/2013 - scrivono i giudici Tavolo e Comitato (per la verifica dei Lea, ndr ) affermano che dall’anno d’imposta 2019 è consentita l’eliminazione o la destinazione a finalità extrasanitarie del gettito delle aliquote fiscali che erano destinate all’equilibrio del Ssr a seguito della sottoscrizione dell’Accordo per il Piano di rientro». Il via libera dei due organismi arriva dal riscontro che, nel biennio 2016-17, la Regione registra un risultato di gestione positivo: l’avanzo medio annuo è di 19,330 milioni di euro, il trend consolidato dei risultati nell’ultimo triennio attesta una gestione in equilibrio. La normativa richiamata stabilisce che, a decorrere dal 2013, è consentita la riduzione delle maggiorazioni regionali alle Regioni che presentano un disavanzo sanitario decrescente, e inferiore al gettito derivante dalla massimizzazione delle aliquote tributarie. La Corte dei conti parla della chance di eliminare i rincari regionali, la legge dice invece che possono ridursi, ma sono dettagli. L'importante è che, per la prima volta, non sia una chimera abbassare le tasse in Campania. Oppure, come recita il testo, destinare quelle entrate ad altri capitoli del bilancio regionale, diversi dalla sanità. E i settori non mancano certo, dall’edilizia scolastica ai trasporti, fino ai progetti per l'occupazione. Comunque sia, si tratta di risorse molto rilevanti. Oggi in Campania i cittadini devono sborsare lo 0,30% in più di Irpef. E le imprese lo 0,15% di Irap. L'impatto di un’inversione di tendenza potrebbe mutare, almeno in parte, uno scenario di massima penalizzazione. La Campania, infatti, è da anni la regione più tartassata dai tributi locali. Basti considerare quanto emerge dall’elaborazione del Sole 24 Ore su dati Banca d’Italia: in questa regione una famiglia subisce un prelievo maggiore di quasi 1000 euro, rispetto ad un nucleo della Valle d’Aosta. Da una parte tocca scucirne 2.144, dall’altra 1.160 euro. L’indagine prende in esame l'impatto nel 2017 delle imposte regionali, provinciali e comunali. La famiglia tipo è composta da due genitori con lavoro dipendente e due figli a carico, reddito annuo di circa 44.000 euro, una casa di proprietà di 100 metri quadrati e un’utilitaria. I numeri assegnano all’Emilia-Romagna la palma di regione più virtuosa, in grado di alleggerire il carico tributario dell’8,6% rispetto al 2016 e del 22% rispetto al 2015. Una performance inavvicinabile: Liguria (-21,8% nel biennio) e Lombardia (-20,5%), pur vantando numeri favorevoli, nel 2017 registrano un incremento dello 0,6%. La Campania ha adesso l'occasione per dare respiro ai nuclei familiari. Una svolta non rinviabile, anche per combattere l’elevatissimo tasso di evasori. Le cifre sono impietose: in una scala di valutazione su 100 abitanti, a Napoli solo il 49,5% paga le tasse, a Caserta il 59,3 %, a Salerno 58,9%, a Benevento il 60,9% e ad Avellino 63,3%. Cresce l'evasione e si impoverisce la popolazione, in una stretta mortale negli anni della crisi. Salerno, ad esempio, tra 2008 e 2016 perde il 2,47% di reddito medio, oggi di 23.888 euro.

(gi.vo.)