Accelerazione sul Puc Sarà pronto tra un anno 

Presentata al Comune la responsabile dell’ufficio di Piano, Ivonne De Notaris «Ripartiremo dalle linee guida che però vanno riviste per una città media»

A Palazzo di Città si mette mano al Piano urbanistico comunale: sei mesi per la redazione delle nuove linee guida e del preliminare di piano. E nel 2018 il Puc. Queste le intenzioni di Ivonne De Notaris, responsabile dell’ufficio di piano, ieri presentata ufficialmente a Palazzo di Città dalla sindaca Cecilia Francese, dal vice, Ugo Tozzi, e dell’assessore Stefania Vecchio. Accanto a lei, il dirigente dell’ufficio tecnico, Pasquale Angione.
Si partirà dalle linee guida, da riscrivere senza bocciare completamente quelle di Massimo Alvisi e Christian Iaione, che alla De Notaris piacciono a metà: «Nel contenuto sono condivisibili - dice - ma non lo sono, per una città media, le indicazioni sull’attuazione di quelle progettualità; Iaione ha osservatori a Roma e Bologna, dove c’è una più strutturata partecipazione dal basso». Dello stesso parere l’assessore all’urbanistica Vecchio: «Quei tratti, dal recupero della fascia costiera allo stop al consumo del terreno passando per la riqualificazione urbana è impossibile non condividerli, ma occorrono pure i bilanciamenti economici».
Ricominciare daccapo, dunque, ma tenendo in considerazione sia gli studi dell’archistar che il preliminare di piano redatto da Valter Fabietti ai tempi di Santomauro: «Ho letto tutto - dice la De Notaris - e il lavoro che s’è sedimentato va ottimizzato». La funzionaria, però, ammonisce: «Non è il settore edilizio quello trainante». Lo dice in riferimento alla proposta santomaurina di quei 1.600 alloggi in zona mare che pure portò allo scioglimento del Consiglio.
Ed è proprio alla fascia costiera e al territorio agricolo, «elementi di rinascita per una città che soffre in socialità e qualità di vita», che il Puc presterà attenzione. «C’è bisogno d’un turismo che offra servizi per il tempo libero e per il wellness per 12 mesi l’anno», accanto a un mare che «non può competere paesaggisticamente con il Cilento e la Costiera, ma ha una situazione orografica e morfologica che favorisce un turismo costiero destagionalizzato».
Progetti ambiziosi, che terranno in considerazione pure il protocollo d’intesa stipulato dai cinque sindaci e dalle associazioni turistiche della fascia compresa tra Salerno e Agropoli: «Con gli ottimi tecnici dei Puc di quei comuni il dialogo è semplice».
Per l’agricoltura, la De Notaris ritiene una «felice intuizione» quella di Alvisi sulle vertical farm: «Consentono pure di recuperare volumetrie dismesse», dice. E poi i quartieri ghetto: «Lo spunto della rottamazione mi è stato trasmesso con forza dalla giunta», dice.
Angione coadiuverà l’architetto. È proprio il dirigente a dettare i tempi: «Vogliamo arrivare alla fine dell’anno con il preliminare; se si fa veloce, si fa». L’ultimo strumento urbanistico, d’altronde, è il piano regolatore del 1972: «Per 45 anni le cose si sono fermate a metà», dice la Francese. «Forse a causa dell’instabilità politica», commenta Angione. E la De Notaris scherza: «Erano tutti uomini…».
Carmine Landi
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