discussione sui criteri per le acquisizioni

Abusivismo, caso in commissione

Collazzo: «Centinaia di situazioni, si deve decidere se abbattere»

Quali sono i criteri a cui bisogna attenersi per acquisire al patrimonio comunale gli immobili abusivi? A questa domanda ha tentato di rispondere ieri, in via preliminare, la commissione Urbanistica, prima che il quesito approdi in Consiglio. All’incontro è intervenuto il dirigente di settore Luigi Collazzo che in accordo con il sindaco Marco Galdi, anch’egli presente, ha proposto di seguire come criterio generale delle acquisizioni quello cronologico. L’ordine delle acquisizioni, dunque, partirà dall’abuso non condonato né condonabile più vecchio (effettuato negli anni Settanta) per poi giungere ai giorni nostri. «Gli uffici stanno stilando un elenco redatto seguendo il criterio cronologico – ha sottolineato Collazzo – Nella valutazione, poi, si terranno presenti altri due criteri che intersecheranno quello generale. In particolare saranno acquisiti prima gli edifici abusivi in zona rossa, ossia ad alto rischio idrogeologico, e quelli su cui si sta attuando una speculazione». Collazzo ha ammesso il numero impressionante di abusi che rientrano nell’elenco. «Si tratta di diverse centinaia di casi – ha precisato – per i quali, poi, si dovrà decidere se dichiarare il preminente interesse pubblico o procedere alla demolizioni. Tale scelta, però, seguirà all’acquisizione».

Ma quali saranno, a loro volta, i criteri da seguire per decidere se un immobile è di interesse pubblico (ossia una volta acquisito può essere utilizzato dall’ente comunale per favorire la collettività) o deve essere abbattuto? Come spiegato da Collazzo, la decisione scaturirà dall’esame «del preminente interesse urbanistico e ambientale dell’edificio». La prima valutazione sarà fatta dagli uffici che si baseranno sul piano regolatore. La seconda, invece, dovrà essere eseguita dalla Sovrintendenza che è stata interrogata su questo punto dallo stesso Galdi.

Alfonsina Caputano