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Abusi sessuali sulla figlia, condannato a sette anni

La 15enne è stata costretta più volte a subire le attenzioni morbose del genitore Il 47enne è accusato anche di aver maltrattato e minacciato la moglie

SCAFATI. Rispondeva di violenza sessuale nei riguardi della figlia quindicenne, abusata più volte, e di maltrattamenti e intimidazioni continue nei commessi confronti della moglie, comportamenti consumati in parte sotto l’effetto di alcol, nel chiuso delle mura domestiche. Uno scafatese 47enne, è stato condanno a 7 anni e 3 mesi di reclusione dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Nocera Inferiore, presidente Raffaele Donnarumma. Secondo l’accusa, partita dalla denuncia della consorte, l’uomo costringeva la figlia minore a subire palpeggiamenti e toccamenti al seno e nelle parti intime, con baci sul collo e in altre parti del corpo.

La ragazzina avrebbe subito anche tentativi di stupro non portati a termine solo per circostanze indipendenti dalla volontà del padre. In un episodio contestato, l’uomo la toccava sul seno, la faceva distendere sul letto al suo fianco e infine le chiedeva di voltarsi, per poi “mostrarle il pene in erezione chiedendole di toccarlo”, completando l’atto di autoerotismo davanti a lei.

Le ricostruzioni riportate nelle informative dei carabinieri, che hanno seguito gli sviluppi della vicenda a partire dalla data dei fatti, risalenti al 2011, mettono insieme numerosi episodi, con la minore costretta a far fronte alle attenzioni insane del genitore. La moglie invece finì nel mirino del consorte e dei suoi ripetuti maltrattamenti, venendo sottoposta a continui episodi di violenza fisica e psichica, tra botte e minacce portate allo stremo. L’abitudine dell’uomo, secondo la denuncia, era di tornare a casa ubriaco e così dare sfogo alla sua violenza, con litigi e percosse, anche in presenza dei figli minori.

I giudici della sezione penale del Tribunale hanno emesso sentenza di condanna ad un anno per i maltrattamenti nei confronti delle moglie, e ad altri sei anni e tre mesi di reclusione per gli abusi sessuali commessi nei confronti della figlia minorenne. A questo si aggiungono il pagamento delle spese processuali, con le pene accessorie della interdizione perpetua dai pubblici uffici e della interdizione legale per la durata della pena. Nel processo si erano costituite parte civile mamma e figlia.

 

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