Abusi edilizi, Melchionda in aula 

I lavori in casa dell’ex sindaco. C’è anche il processo della piscina diventata palazzo

Lottizzazione abusiva e deturpamento di bellezze naturali. Con queste imputazioni è iniziato ieri mattina il processo all’ex sindaco Martino Melchionda, sotto accusa per alcuni lavori eseguiti nella sua abitazione del centro storico, che secondo gli inquirenti avrebbero violato sia il piano regolatore del Comune che la normativa paesaggistica per le aree sottoposte a vincolo. Nel mirino della Procura è finita sia la realizzazione di due terrazzi al posto di una parte del solaio di copertura sia la modifica della destinazione d’uso di un sottotetto, trasformato in abitazione nonostante – sostiene il pubblico ministero Marinella Guiglielmotti – l’altezza fosse inferiore a quella minima prevista dal piano urbanistico.
Ieri il processo si è aperto davanti ai giudici della seconda sezione penale, con l’acquisizione dei documenti prodotti dal pm e le eccezioni preliminari dei difensori, tra cui Costantino Cardiello, Carmine Giovine, e Mario Conte. Oltre all’ex sindaco, sono imputate altre sette persone; alcune coinvolte nei lavori nell’appartamento di Melchionda, altre per una vicenda diversa ma riunita nello stesso procedimento, che riguarda la realizzazione di una palazzina in luogo dell’autorizzata piscina ad uso pubblico. Di questo capo d’imputazione rispondono Giuseppe, Mario e Daniele Ardia, rispettivamente progettista, proprietario del terreno ed esecutore dei lavori. Secondo l’accusa avrebbero utilizzato la concessione per la piscina (che prevedeva anche una foresteria e locali di pertinenza) per costruire un fabbricato di cinque piani, due in più di quelli previsti e «con destinazione d’uso totalmente diversa da quella assentita». Con loro sono imputati due dipendenti comunali, Antonio Fine e Angelo D’Acunto, accusati di falso e occultamento di atti per la presunta sostituzione di alcuni elaborati progettuali.
Con Melchionda rispondono invece di abuso edilizio la progettista Francesca Spera e l’imprenditore edile Pietro Maglio. Per tutti il processo proseguirà a luglio, quando il giudice scioglierà la riserva sulle eccezioni relative alla notifica del decreto di citazione e ad altre questioni procedurali. (c.d.m.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA