Abusi edilizi e tangenti Condannata la Santoro

Pena di otto anni e quattro mesi per l’ex comandante della Forestale Contestati 17 episodi in cui avrebbe chiesto soldi per chiudere un occhio

CAPACCIO. Otto anni e 4 mesi di carcere. Questa la condanna inflitta all’ex sottufficiale della Forestale, Marta Santoro. La sentenza di primo grado è stata emessa dopo le 17 di ieri dal gup del tribunale di Salerno, Donatella Mancini, al termine di un rito abbreviato che consente lo sconto fino a un terzo della pena. Il pm Maurizio Cardea aveva chiesto una condanna a nove anni. Durante l’udienza di ieri, la difesa – costituita dai legali Angela Nigro, Antonio Zecca e Antonello Natale – ha contestato i 17 capi di imputazione per concussione tentata e consumata, ottenendo per soli due episodi una pronuncia di assoluzione. L’ex sovrintendente è stata condannata inoltre al pagamento delle spese processuali, al ristoro delle parti civili e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Revocato invece l’obbligo di firma. La difesa ha comunque annunciato ricorso in Appello.

L’udienza di ieri era relativa al processo per le tangenti, che la Santoro avrebbe chiesto per evitare sequestri edilizi o dare la possibilità di utilizzare beni già sequestrati. La Santoro, martedì prossimo, dovrà comparire davanti al giudice Maria Zambrano per un altro procedimento nel quale è accusata di favoreggiamento e corruzione in atti contrari ai doveri di ufficio, falso materiale e ideologico in atti pubblici, in concorso e in maniera reiterata. In particolare, le contestazioni riguardano degli abusi edilizi a Capaccio. Un terzo procedimento è invece in corso al tribunale di Napoli per millantato credito, con parte offese il sostituto procuratore Roberto Penna. La Santoro è coinvolta anche in un quarto procedimento insieme con il marito Antonio Petillo, ex comandante della stazione della Forestale di Capaccio, e i due figli avuti dal primo matrimonio. Sono tutti destinatari di un avviso di conclusione di indagine per la simulazione di un contratto di fitto. Indagato anche l’imprenditore Luigi Barlotti, difeso dall’avvocato Michele Sarno. Secondo l’accusa, la Santoro e il marito avrebbero accettato nel luglio 2011 l’uso di un appartamento a Capaccio senza pagare alcun corrispettivo a Barlotti, simulando un contratto intestato fittiziamente ai figli della Santoro e impedendo, in cambio, possibili sequestri nei confronti di Barlotti.

Angela Sabetta

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