Scandalo sessuale in canonica 

Abusò del suo autista Francescano assolto per infermità mentale

Prosciolto dell’accusa di violenza sessuale il religioso che abusò sessualmente del suo autista. A.D., un frate minore salernitano è stato riconosciuto affetto da vizio di mente totale nel momento...

Prosciolto dell’accusa di violenza sessuale il religioso che abusò sessualmente del suo autista. A.D., un frate minore salernitano è stato riconosciuto affetto da vizio di mente totale nel momento storico in cui ha commesso il fatto. L’imputato – secondo i giudici della Terza sezione penale di Salerno – era affetto anche da disturbo della personalità. Per tali motivi, i giudici hanno ritenuto di non dover procedere nei confronti del frate perché non punibile. La sentenza è stata letta ieri sera al termine di una lunga camera di consiglio.
A far scattare l’indagine fu la vittima – un italo sudamericano, trentenne all’epoca dei fatti – che denunciò quanto era stato costretto a subire per mantenere quel posto di lavoro come autista. «Mi molestava tutti i giorni. Veniva di notte nella stanza da letto, mi raggiungeva sotto la doccia o mentre mi facevo la barba. Ogni volta cercava di baciarmi e di toccarmi», disse la vittima durante il suo interrogatorio. Al frate si era avvicinato perché bisognoso di un lavoro e il religioso lo aveva accolto nella canonica della chiesa al centro di Salerno con la promessa di vitto, alloggio in cambio di alcuni lavoretti e dell’impiego come autista. Gli abusi sessuali sono avvenuti cinque anni fa, nel maggio del 2013. In quel periodo il giovane, residente nella Valle dell’Irno, si trasferì nella canonica della chiesa curata dal frate. Fu col suo trasferimento che iniziarono le avances a sfondo sessuale del religioso che lo importunò in ogni modo: incursioni notturne, baci, palpeggiamenti, anche il tentativo di un rapporto orale. La rottura tra la vittima e il suo “datore di lavoro” iniziò quando il giovane straniero chiese di essere retribuito per i compiti svolti, informandolo della decisione di lasciare la canonica. Il giovane, nel ricostruire i fatti, riferì ai giudici che nel periodo trascorso a Salerno avrebbe ricevuto dall’imputato anche minacce di morte.
Quello sugli abusi in canonica è stato un dibattimento lungo nel quale si sono alternati sul banco a testimoniare persone a conoscenza dei fatti, la stessa vittima (che attraverso l’avvocato Mario Valiante si è costituita parte civile) e alcuni consulenti, tra questi c’è lo psichiatra che ha eseguito la perizia sul frate per stabilire la sua capacità di intendere e volere al momento degli abusi sul suo lavorante.
A disporre la perizia fu lo stesso collegio giudicante per chiarire quello che si è rivelato un aspetto cruciale del processo. Il religioso, infatti, era stato già allontanato dalla chiesa, subito dopo che era stato informato del presunto caso di abusi, dall’ordine di appartenenza, perché affetto da una grave forma depressiva. A sollevare l’ipotesi del vizio di mente era stata la difesa del frate, rappresentata dall’avvocato Arnaldo Franco, con una consulenza di parte. A parlare per primo di grave disturbo bipolare che affliggeva l’imputato è stato il perito Michele Lupo, incaricato dalla difesa. Il religioso alternava – secondo la perizia – fasi depressive a momenti di euforia. Le azioni censurabili con il suo autista, in pratica, sono avvenute durante queste alternanze quando il religioso non era nel pieno delle sue facoltà. Per il tribunale non era in sé. (m.l.)
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