Nocera Inferiore

Aborti clandestini, chiusa l’indagine sul ginecologo

Nei confronti del medico Franco Petrone sono formulate anche le accuse di truffa, concussione e peculato

NOCERA INFERIORE. Risponde delle accuse di truffa, concussione, peculato e violazione della normativa sugli aborti, il dottor Franco Petrone, finito nei guai con una serie di accertamenti e ora raggiunto dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della procura di Nocera Inferiore. L’ufficio inquirente ha concluso la fase iniziale dell’inchiesta nei confronti del medico ginecologo, ex dell’ospedale “Umberto I”. Secondo le ricostruzioni accusatorie, Petrone  con i primi riscontri investigativi arrivati a novembre scorso, periodo in cui scattarono le perquisizioni all’ospedale e nei locali del suo studio professionale, con l’attività investigativa svolta dai carabinieri della sezione pg della procura, agli ordini del luogotenente Massimo Santaniello, coordinata dal magistrato Amedeo Sessa.

Contro il medico sono contestati quattro diverse fattispecie, dalla truffa, perché fino al 30 giugno del 2016, Petrone, pur dirigendo il reparto ospedaliero da responsabile del servizio interruzioni volontarie della gravidanza, avrebbe lavorato da medico privatamente, bypassando la dirigenza sanitaria dell’“Umberto I”. Da questa attività derivava un profitto percepito illecitamente da parte dell’ente pubblico, incompatibile con un lavoro di tipo privato. Petrone risponde di concussione per fatti risalenti al 18 marzo scorso, data della visita a una donna intenzionata ad abortire, alla quale il medico disse che in ospedale non c’erano posti, per riceverla invece privatamente e farsi pagare. In quella circostanza, al denaro corrispose l’inserimento successivo in lista per la prenotazione ospedaliera, dove avvenne l’intervento.

Ancora, Petrone risponde di peculato per il rinvenimento in casa sua di 41 scatole di diversi farmaci specialistici, da parte dei carabinieri. Le ricerche individuarono Ampicillina, Plasiil, Bentelan, Tazocin, Ferlixit, Spasmex e infine il Cytotec 200, un farmaco adoperato per le interruzioni di gravidanza. Infine Petrone dovrà difendersi dall’accusa di aver violato la legge 194 del 1978, quella che disciplina la pratica dell'aborto, con presunte interruzioni di gravidanza effettuate a più donne nel suo studio privato, in violazione dei termini di legge.

Il professionista, in pensione da metà 2016, è assistito dall’avvocato Giovanni Annunziata. Dal momento dell’avviso di conclusione dell’inchiesta, ha venti giorni per presentare memorie o chiedere di essere ascoltato dal pm, prima della successiva richiesta di rinvio a giudizio.

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