Abiti usati e affari dei clan Il Comune caccia la coop

Revocato al consorzio “Sol.Co” il servizio di raccolta degli indumenti in città La decisione adottata dopo la comunicazione inviata dalla Prefettura capitolina

Dopo la sospensione, ora arriva l’annullamento dell’affidamento del servizio di raccolta di indumenti usati perché la società affidataria, su segnalazione della Prefettura di Roma, è a rischio di infiltrazioni mafiose. Si chiude così, dopo sei anni di collaborazione, il rapporto tra il comune di Eboli e il Consorzio “Sol.Co.”, la coop capitolina finita nell’occhio del ciclone dopo lo scandalo di “Mafia Capitale” e dopo gli arresti, un anno fa, per un traffico di abiti usati.

A firmare la revoca dell’affidamento del servizio di raccolta di indumenti usati ed accessori di abbigliamento sul territorio cittadino il responsabile del comune, l’ingegner Giuseppe Barrella. E questo sulla scorta della nota della prefettura romana giunta a Palazzo di Città nel novembre scorso, nella quale i funzionari segnalavano in merito alla posizione della coop Sol.Co. la sussistenza di “tentativi di infiltrazioni mafiose”.

Il rapporto con la società era iniziato nel lontano 2009 quando il comune aderì alla proposta della onlus capitolina di effettuare - a costo zero per l’ente - il servizio di raccolta, in collaborazione con la sua associata, la G Service di Battipaglia, anch’essa travolta dallo scandalo del traffico di abiti usati che aveva tra i suoi registi il boss della camorra Pietro Cozzolino elemento di vertice dell’omonimo clan operante a Portici-Ercolano, già condannato per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Il servizio di raccolta abiti usati fu confermato nel 2014 dallo stesso commissario prefettizio, salvo poi essere sospeso nel dicembre dello stesso anno non appena al Comune giunse notizia degli arresti operati dalla Mobile di Roma nell’ambito dell’inchiesta sul traffico di abiti usati con i paesi dell’Est Europa. Contestualmente Palazzo di Città avviò l’iter di acquisizione delle relative certificazioni antimafia presso le Prefetture di Salerno e Roma. Dopo una ulteriore sospensione del servizio per altri 90 giorni firmata nel febbraio 2015 (nel frattempo l’attività era stata affidata in via provvisoria alla Sarim e alla Nappi Sud), il mese scorso è giunta la comunicazione dalla prefettura capitolina che ha indotto il comune a sospendere ogni rapporto con la “Sol.Co”.

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