«Abbiamo garantito il massimo impegno con pochi uomini»

Il procuratore capo Gianfranco Izzo lascia l’incarico «Territorio difficile, ma c’è anche scarso senso civico»

Era il 14 gennaio 2010, quando Gianfranco Izzo si insediava come procuratore capo presso il Tribunale di Nocera Inferiore. Il magistrato subentrava a Domenico Romano. In corsa per l’incarico c’era anche l’ex procuratore di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, ma alla fine il Csm puntò su Izzo, che veniva da dieci anni di procura cassinese e prima ancora era stato al tribunale di Santa Maria Capua Vetere e alla procura di Napoli. Nato nel 1941 a Monte San Giacomo, nel Vallo di Diano, ma le origini della sua famiglia partono dall’Agro: suo padre era di Castel San Giorgio. In questi sei anni, il procuratore capo – che veniva da operazioni come l’indagine Janula a Cassino, nel 1998, sfociata nell’arresto di ventiquattro persone affiliate al clan dei Casalesi – ha dovuto scontrarsi con un territorio difficile come quello dell’Agro, e con la scarsa attenzione mostrata dal Ministero rispetto alle richieste di potenziamento dell’organico del tribunale nocerino.

Procuratore, un bilancio di questi sei anni?

Bilancio soddisfacente anche in relazione a quello che potevamo fare, alle risorse che ci sono state riconosciute e in riferimento a quelle che ci sono state negate. La risposta alla domanda di giustizia, lascia per molti versi a desiderare. Ma nelle condizioni in cui si trovano gli uffici giudiziari di Nocera – oggetto di particolare insensibilità da parte del Ministero della Giustizia che spero in futuro possa ravvedersi su questi dinieghi – non posso che essere soddisfatto per l’impegno dei colleghi succedutisi in questi anni e per quello profuso dal personale amministrativo. Questo è un lavoro che faccio da quarantacinque anni con piacere ed entusiasmo. Tutto quello che si chiede alle attività umane è di far le cose nel miglior modo possibile e non nel modo perfetto.

Ci sono operazioni che ricorda con maggiore entusiasmo?

Ogni procedimento ha presentato un aspetto particolare e difficoltà. Di conseguenza la soddisfazione era sempre il risultato e una consapevolezza di aver operato al meglio. Per quanto riguarda i miei compiti specifici di capo dell’ufficio ho affrontato problemi di vario genere. La procura di Nocera oggi penso sia una delle più importanti in Campania, a livello di Torre Annunziata e di Nola che invece sono fornite di risorse superiori rispetto alle nostre.

Lei è passato, da Cassino all’Agro nocerino. Cosa si porta dietro, in positivo e negativo?

In positivo, l’effervescenza della popolazione che è laboriosa, anche memore di passati periodi di grande fervore lavorativo ed industriale. Una popolazione, quella dell’Agro, che non si rassegna a che la pubblica amministrazione non affronti con grande decisione e impegno i problemi. Questo è positivo e ne discende la conseguenza che fare il pubblico amministratore in questa zona è molto difficile. Fare il sindaco in queste città è più difficile che farlo in comuni più conosciuti in Italia e con popolazione numericamente superiore. Il mio ringraziamento, anche per questo, va a carabinieri, polizia, guardia di finanza e corpo forestale, ai colleghi che hanno prestato la più puntuale e corretta collaborazione. Gli aspetti negativi sono quelli della diffusa scarsezza di senso civico.

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