la storia

A Vallo il nobile sberleffo di don Gaetano al sindaco “tetragono”

VALLO DELLA LUCANIA. «Chiedo scusa agli utenti per l’ignobile soluzione urbanistica voluta dall’amico sindaco». Inizia così il testo di una targa affissa da don Gaetano Passarelli e dedicata al...

VALLO DELLA LUCANIA. «Chiedo scusa agli utenti per l’ignobile soluzione urbanistica voluta dall’amico sindaco». Inizia così il testo di una targa affissa da don Gaetano Passarelli e dedicata al sindaco di Vallo, Antonio Aloia. Motivo del contendere la strada costruita dal comune per rendere fruibile il passaggio di via Madonna del Rosario e collegare il parcheggio al centro storico. Il nobile don Gaetano, che ha ceduto al comune una parte di terreno di sua proprietà per compiere l’operazione, aveva suggerito però un’altra soluzione, più agevole. «Avevo proposto al sindaco – spiega don Gaetano – di utilizzare una soluzione diversa in quanto quella adottata pone in pericolo soprattutto i pedoni in quanto la strada che collega alla piazza centrale di Vallo è molto stretta sorgendo tra due palazzi, il mio e la proprietà Iannotti. Il mio percorso era più breve e più sicuro e conduceva nei pressi della scuola “Pinto”; avevo anche ottenuto il benestare dell’avvocato Di Vietri di cedere una porzione di terreno di proprietà, ma il sindaco Aloia non ha accettato: era troppo innamorato della sua soluzione».

Da qui l’idea della targa dove il nobile definisce Aloia «tetragono ed impermeabile a qualsiasi consiglio».

Non si è fatta attendere la replica di Aloia che con un pubblico manifesto ha ringraziato don Gaetano «per aver ceduto gratuitamente una piccola parte del suo terreno». E si difende dicendo che «tale realizzazione ha incontrato il plauso di tutti i cittadini, anche sotto il profilo estetico e del suo felice inserimento nel contesto urbano». E sulla soluzione alternativa precisa che «non era immediatamente praticabile».

Aloia si dice «lusingato» di essere stato definito tetragono in quanto termine utilizzato da «Dante nella Divina Commedia per definire una persona stabile ed integgerima».

Don Gaetano appartiene ad un’antica famiglia nobile vallese. La madre, una Gervasio, era proprietaria dell’antica Abbazia di Santa Maria Cadossa di Montesano sulla Marcellana dove si trova una vertebra di San Cono, protettore di Teggiano. Oggi è di sua proprietà, insieme a possedimenti tra Vallo, Novi Velia e Ceraso, dove insiste un’azienda agricola, gestita dal figlio. Ha anche diversi capi di bestiame e cavalli, la vera passione di don Gaetano. Un nobile che aveva nobilmente messo a disposizione la sua proprietà per la comunità. Un’offerta rifiutata dal sindaco, un’offesa da “lavare” con una targa. A futura memoria.

Andrea Passaro