«A Torrione occorrono più controlli»

Residenti sconcertati per l’aggressione ai danni dell’autista di un bus verificatasi sabato sera in via Sciaraffia

«Un tentativo di borseggio che finisce con un autista pestato e l’arresto di due uomini non può passare inosservato in un quartiere come questo, dove episodi del genere non sono all’ordine del giorno». I residenti di Torrione sono per lo più sbigottiti di fronte all’aggressione del conducente di un autobus del Cstp, che sabato sera è stato preso a calci e pugni. E sebbene non si possa gridare all’emergenza, la percezione della sicurezza tra gli abitanti del popoloso quartiere della zona orientale, non è più la stessa. A pochi giorni dall’ultimo episodio di violenza in città, consumatosi nei pressi di via dei Principati, questa vicenda scuote gli animi ma senza scatenare la “caccia alle streghe” che pure da qualche parte è stata invocata. Gli umori intercettati sono divergenti, anche se un sottile filo conduttore li unisce: la necessità di maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine. «Il nostro - racconta un residente - è considerato per certi aspetti un quartiere periferico, con poca presenza della polizia e scarsa sorveglianza. Ci sono aree, come quella del mercato di via Robertelli o di via Volontari della Libertà, che avrebbero bisogno della presenza costante di pattuglie per scoraggiare gruppetti di stranieri, e non solo, che si dedicano al bivacco contribuendo al degrado». Ad invocare un capillare controllo del quartiere è Alessio Cuffa, giovane residente del rione: «Non esiste una vera emergenza, ma l’episodio di sabato avrebbe potuto avere ripercussioni minori se la zona fosse stata pattugliata. La presenza delle forze dell’ordine reprime l’illegalità. Ben vengano gli stranieri, ma che siano persone oneste, altrimenti siano espulsi dal Paese». Una posizione, quest’ultima, che trova consensi con accenti marcatamente più duri tra i frequentatori della piazzetta a pochi passi da via Sciaraffia, dove sabato sera sono stati tratti in arresto i due marocchini responsabili dell’aggressione all’autista: «Questi migranti non si comportano così nel loro Paese d’origine, anche perché verrebbero puniti in modo esemplare, alcuni hanno il coltello facile e, se vengono qui per vivere di espedienti, vanno rispediti a casa!». A fare da contraltare all’ultimo commento, c'è comunque un’opinione diffusa, secondo cui «la ricetta per la convivenza pacifica sta nell’implementazione di una politica capace di puntare all’integrazione». Chiosa così Carlo D’Aniello: «Per evitare che tutti, immigrati e connazionali, si rendano protagonisti di episodi del genere sarebbe necessario semplicemente eliminare ogni forma di disagio».

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