A spasso tra sorgenti e boschi La natura protagonista a Polla

Il convento dei frati minori di Sant’Antonio è un vero e proprio scrigno d’arte Antichi palazzi, portali in pietra e chiese per concedersi un tuffo nel passato

Polla rappresenta la meta ideale per chi ama il contatto con la natura e le passeggiate. La cittadina del Vallo di Diano è infatti caratterizzata da moltissime polle sorgive che costellano in particolare il versante orientale delle catene montuose che ne segnano il profilo. Nel corso del tempo le sorgenti hanno alimentato vasche e fontane, fino a confluire, a valle, in quel fiume Tanagro ricordato già da Plinio il Vecchio e da Virgilio. Ad accogliere la sorgente della Madonna di Loreto c’è una fontana situata nelle vicinanze di un’antica cappella. E’ detta fontana del Sole, perché insieme allo stemma cittadino, ha come decoro principale un grande sole in pietra. La sorgente della foresta si trova invece ai piedi del castagneto la cui acqua è stata incanalata per alimentare una fontana con vasca che serviva a dissetare le greggi al rientro negli ovili. Quella di San Costantino raccoglie le acque che defluiscono dalla contrada omonima, lungo la catena della Maddalena, mentre in località Marzaniello vi è una risorgenza accolta in due peschiere adoperate per usi agricoli.

A quasi seicento metri d’altezza, spunta la sorgente del monte Sarconi; in località Pozzicelli tra le falde del monte Pizzo e la collina di Pisapane, il corso d’acqua scorre per interrarsi e poi risorgere a valle. E’ invece considerata particolarmente ricca di proprietà benefiche per la salute, l’acqua che sgorga dalla fontana Rotonda, che si trova nei pressi dell’abitato del borgo San Pietro. Una tappa particolarmente suggestiva è quella alla sorgente della Spina, alle spalle del monte San Tommaso. A ridosso della fontana sono infatti visibili i ruderi di una edicola votiva dedicata alla Madonna del Carmine che testimonia il rapporto tra l’uomo e il cielo. In alto, a quasi novecento metri d’altezza, spunta la fonte di San Tommaso, luogo ideale per una passeggiata liberatoria dalla calura estiva, mentre le acque della fontana del Praticello, dove c’è una grande vasca, scorrono fino a trenta metri verso il Tanagro. Non distante da Polla, nei pressi di Petina, c’è poi la splendida grotta dell’acqua, circondata da un sottobosco di felci e fragoline di bosco che rendono la passeggiata particolarmente gradevole. Ma Polla non è solo natura. Perdendosi tra le strade della cittadina, è infatti possibile ammirare diversi monumenti di età romana, come il Lapis Pollae, il mausoleo di Cazio Uziano Rufo e il ponte romano. Di interesse sono il castello e gli antichi palazzi nobiliari come quello Manganelli-Barrese-Ripa, il palazzo Galloppo, il palazzo Palmieri, il palazzo Parisi, il palazzo Albirosa, quello Rubertini e la Taverna del passo.

Ancora da vedere la romita cappella di Sant’Antonio Abate, la chiesa di San Nicola dei Latini, la chiesa di San Pietro Apostolo. Su tutti merita una visita il convento dei frati minori di Sant’Antonio, la cui costruzione fu iniziata nel 1541 grazie alle offerte della popolazione. Un secolo dopo raggiunse il suo massimo splendore sotto la guida di padre Ambrogio Pantoliano che aprì le porte del convento ad artisti locali e stranieri affinchè ne facessero un tempio sacro dell’arte. Le pareti sono infatti completamente affrescate su doppio registro e decorate da damascature. Il suo gioiello è il soffitto a cassettoni, intagliato e dorato, che ospita quaranta tele di Michele Ragolia, risalenti alla seconda metà del Seicento, che raffigurano scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento. Della stessa epoca sono gli affreschi con cui il pittore napoletano Domenico Sorrentino ha decorato la cupola, mentre è antecedente il crocifisso ligneo del frate scultore Umile da Petralia. Di grande impatto è il refettorio, caratterizzato da maioliche napoletane settecentesche, insieme al chiostro con ampio porticato, arcate in pietra e cisterne al centro. Anche gli amanti della buona tavola non resteranno delusi. La cucina tipica del territorio è squisita e riproposta secondo le antiche ricette della tradizione. La carrellata è lunghissima: i millinfanti, broccoli e saraca, la ciambotta, la pizza chiena, u filoscio, le patate alla pastone, u sciusciello, la gelatina di maiale, il migliaccio rustico ed il pane cotto nel forno a legna. L’elenco dei dolci locali, poi, è da far venire l’acquolina in bocca: si va dal migliaccio al pizzicotto, dal sanguinaccio alle crustole, dai taglioni al latte al castagnaccio. Il tutto innaffiato da un buon vino cotto.

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