A spasso nel paese fantasma e tra le cale incontaminate

A San Severino di Centola sorge un borgo medievale tutto da scoprire Tra Palinuro e Marina di Camerota le spiagge più belle di tutto il Cilento

Abbarbicato su una rupe a ridosso del fiume Mingardo, al fianco della famigerata Gola del Diavolo, il borgo antico di San Severino di Centola è senza dubbio uno dei “paesi fantasma” più affascinanti del nostro territorio. Abbandonato da oltre mezzo secolo, il paesino di origine medievale in cui inciampano quasi tutti i vacanzieri diretti a Palinuro o a Marina di Camerota, vanta insediamenti che risalgono al VII secolo, che potrebbero essere legati alla presenza di soldati mercenari bulgari emigrati insieme al principe Aztek, investito del compito di controllare il Mingardo e le sue gole, come racconta Paolo Diacono nella sua Historia Longobardorum. La lettura delle varie stratificazioni consente di riconoscere tracce longobarde, angioine-aragonesi ed ottocentesche. Secondo lo storico Summonte il villaggio prese il nome della famosa famiglia dei Sanseverino, una delle più potenti del Principato di Salerno. Nel 1552 i signori del borgo, in seguito ad alcuni violenti contrasti con il re spagnolo Carlo V, furono esiliati dal Regno di Napoli ed il loro feudo cilentano fu praticamente smembrato in tanti tasselli che furono messi in vendita dalla Corona e consegnati al migliore offerente. Il borgo fu acquistato all’asta dalla famiglia Tancredi, poi nel 1628 passò agli Albertini di Nola, discendenti degli Alberti di Prato, finchè nel 1794 finì nelle disponibilità dei Quaranta di Cava, fino all’abolizione della feudalità voluta da Napoleone.

La passeggiata tra ciò che resta dei vicoli è particolarmente emozionante: la parte bassa del paese è caratterizzata da costruzioni che sembrano affondare le proprie radici nella roccia. Inerpicandosi tra staccionate e gradoni, ci si imbatte nella sagoma dell’antica chiesa di Santa Maria degli Angeli, consacrata nel 1600, quando la maggior parte della popolazione morì di peste. Una nuova chiesa parrocchiale fu benedetta nel 1882, ma venne ben presto abbandonata perché con la costruzione nel 1888 della linea ferroviaria Pisciotta-Castrocucco, gli abitanti del luogo iniziarono a trasferirsi a valle. Una “diaspora” lenta e silenziosa che si tradusse con il totale abbandono del borgo sul finire degli anni Settanta. Negli ultimi tempi è sorta un’associazione, “Pro San Severino Medievale”, che si occupa della promozione turistica e della manutenzione del borgo ed in particolar modo della chiesa parrocchiale dove di tanto in tanto si celebra ancora la messa. Le case meglio conservate si trovano lungo la strada che attraversa l’ultima parte del paese: al loro interno è ancora possibile ammirare i vecchi focolai ed alcuni oggetti di uso quotidiano, che contribuiscono a regalare suggestione al “paese fantasma”. Per raggiungere San Severino di Centola basta percorrere la variante SS18 Cilentana ed uscire a Poderia. Poi si deve seguire la direzione Palinuro e dopo pochi minuti, nei pressi del vecchio ponte ferroviario, ci sono le indicazioni.

Dopo un’avventurosa passeggiata, con il caldo che bussa alle porte, non c’è niente di meglio che concedersi un tuffo in un mare dai riflessi straordinari, come quello di capo Palinuro. Dal porto partono escursioni imperdibili per tutti gli amanti della natura che potranno ammirare la Cala del Buondormire, le Marinelle, i Porci e la spiaggia dell’Arco naturale, stesa su uno specchio d’acqua incontaminato. Non è da meno il paesaggio che offre Marina di Camerota, a partire dalla splendida Cala Bianca, una delle più affascinanti di tutto il Cilento, preceduta dall’altrettanto bella spiaggia del Pozzallo lungo un tragitto disseminato di grotte e sentieri perfetti per gli appassionati di trekking. Una delle mete preferite dai turisti sono le piscine, una baia piccola e ghiaiosa dal fascino discreto, ideale per chi vuole stare alla larga dai rumori e dalla folla. La più nota è Baia Infreschi, un fazzoletto d’acqua turchese, lambito da una vegetazione rigogliosa e profumatissima, preso d’assalto dai bagnanti in particolare nei fine settimana di luglio ed agosto. E per soddisfare anche il palato, la gastronomia tipica locale è da buongustai: uno dei piatti tipici è la maracucciata di Lentiscosa, una polenta mista di grano e di un legume, la maracuccia, che ricorda vagamente le lenticchie. Da non perdere anche la ciaurella, una zuppa di fave, bietola, patate e finocchio selvatico. (b.c.)

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