A Scafati prove di dialogo ma con riserva 

Gli esercenti: pronti a presentare 50 ricorsi diversi se la Commissione conferma la chiusura

SCAFATI. Prove di dialogo a Scafati tra tabaccai, esercenti di sale da gioco e commissione straordinaria per l’entrata in vigore del nuovo regolamento anti ludopatia disposto dalla triade che guida il Comune. Nessuna protesta con relativa serrata delle attività commerciali, ma solo un documento in cui gli imprenditori del settore focalizzeranno la propria attenzione su cinque punti critici dell’atto firmato dal prefetto Giorgio Manari: la volontà è emersa ieri mattina nell’incontro organizzato da Pietro Palomba, tra gli organizzatori del movimento di categoria, nella sala Bingo di Scafati. «Abbiamo preso questa decisione perché non abbiamo trovato un muro davanti a noi - ha spiegato Palomba - i dirigenti del Comune ci hanno chiesto di sottoscrivere un documento in cui rendiamo note le nostre perplessità sul regolamento e su quelle siamo pronti a confrontarci».
Dopo la consegna del dossier, che avverrà stamattina, gli esercenti si aspettano una convocazione entro il 26 settembre, quando il nuovo regolamento dovrebbe entrare in vigore. «Se non avremo risposte sarà guerra - ha affermato Palomba - abbiamo già creato dei micro gruppi tra noi commercianti e stiamo preparando qualcosa come 50 ricorsi al Tar in caso di chiusura totale da parte dell’Ente. Sicuramente sulle nuove regole non possiamo fare più di tanto, viste anche le decisioni della Conferenza Stato-Regioni, ma si può seguire l’esempio di Nocera Inferiore dove il sindaco è venuto incontro ai titolari di sale».
Il provvedimento, approvato dopo la relazione dell’ufficio Suap guidato da Anna Sorrentino, prevede l’apertura dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 22 con eventuali variazioni di orario nella fascia serale che potrebbero prevedere anche la serrata alle 20. «Ribadisco che l’intento è di sensibilizzare la commissione - ha continuato Palomba - non siamo contro lo Stato, anzi rispettiamo le regole e paghiamo le tasse come gli altri cittadini. A noi serve solo un confronto sereno su un provvedimento che, al momento, non ha precedenti in altre zone d’Italia. Si perderebbero 200 posti di lavoro».
Domenico Gramazio
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