A Scafati Aliberti ritira le dimissioni «Ora pensiamo a lavorare»

Il sindaco salvato in consiglio dal Cotucit: «Subito Puc e fondi regionali». L’opposizione: «Votato un bilancio in pre dissesto»

SCAFATI. «Il bilancio in deficit strutturale costerà ai cittadini di Scafati lacrime e sangue. L’importante per Pasquale Aliberti è aver salvato la poltrona». Sono le dichiarazioni pungenti della segretaria comunale del Pd, Margherita Rinaldi, e del capogruppo e consigliere Nicola Pesce all’indomani del consiglio comunale in cui, solo grazie ai voti di Michele Raviotta e Filippo Quartucci del Co.tu.cit., è stato approvato il bilancio consuntivo e previsionale 2016/2018.

L’“inciucio”, come lo definiscono i consiglieri della minoranza, «l’accordo di fine legislatura», per il sindaco Pasquale Aliberti, che ieri ha ritirato le dimissioni, cambia il volto della maggioranza formata attualmente dagli ex consiglieri dell’opposizione, Raviotta e Quartucci e dai fedelissimi del sindaco, i consiglieri Brigida Marra, Carmela Berritto, Diego Del Regno, Mimmo Casciello, Alfonso Pisacane, Francesco Vitiello, Alfonso Carotenuto, Roberto Barchiesi, Pasquale De Quattro, e Teresa Formisano.

E non si potrebbe dire diversamente in quanto i consiglieri di “Identità Scafatese”, dichiaratisi indipendenti e delusi dall’accordo con il Cotucit, sono pronti a sedersi anche tra i banchi dell’opposizione. “Per ora valuteremo di volta in volta in quanto siamo indipendenti – ha affermato Daniela Ugliano – non escludiamo un nostro passaggio tra le file della minoranza. Studieremo bene la faccenda». Così Stefano Cirillo: «Della vecchia classe dirigente che portò Aliberti alla prima difficile vittoria del 2008 non c’è più traccia. Tutti hanno preso le distanze e ci si dovrebbe chiedere il perché. Noi saremo indipendenti».

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Aliberti, quindi, si avvia a lavorare con la sua nuova maggioranza: «Ora è il momento di pensare ai fondi del nuovo accordo di programma per più di dieci milioni di euro – ha detto – che stipuleremo in Regione nei prossimi giorni; a continuare l’iter procedurale per l’approvazione del Piano urbanistico comunale; a completare la consegna dei capannoni dell’ex Copmes».

E ancora: «Non comprendo i motivi dell’abbandono di “Identità Scafatese”: già prima del consiglio avevo recepito ogni loro richiesta consapevole che la politica è anche mediazione, non una guerra personale degli uni contro gli altri. In questa situazione, quello che mi sorprende e mi stupisce è quanto il salto dalla maggioranza all’opposizione possa beatificare un consigliere: quasi quasi mi convinco di passarci anch’io per salvarmi dall’inferno. Il commissariamento avrebbe paralizzato la città, per questo ringrazio il Cotucit».

Intanto tutti i membri della minoranza puntano il dito contro Raviotta e Quartucci: «I due consiglieri – scrive Francesco Carotenuto di Scafati Arancione – si sono assunti una grossa responsabilità votando un bilancio quasi in pre dissesto e dovrebbero sapere che con questi conti nulla potrà essere fatto nei prossimi mesi o anni al di fuori di tagli lineari che colpiranno tutta la popolazione».

Durissimo il giudizio di Mario Santocchio: «Con il trasformismo non si fanno gli interessi della città ma dei singoli». Cosi, infine, Rinaldi e Pesce: «Quartucci dimentica di essere stato eletto nel centrosinistra e di essere entrato poi nel gruppo consiliare del Pd mentre Raviotta, come nel suo stile, continua a vendersi al miglior offerente del momento».

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