Turismo

A Salerno il Castello d'Arechi fa il pieno di presenze

Esaltante il bilancio del 2016: i visitatori sono aumentati oltre il 28% rispetto all'anno precedente. Ma restano i problemi dei collegamenti e di una maggiore sinergia tra le istituzioni

Il Castello di Arechi a Salerno ha fatto registrare nel 2016 una forte crescita in termini sia di visitatori (+28,40%) che di introiti (+46,57%). Un dato record, frutto della migliore valorizzazione e della maggiore fruizione del monumento garantite dalla Società di Gestione guidata da Marco De Simone. Servizi di incentivazione alle visite, trasporti pubblici e privati ed ampliamento qualitativo dell’offerta turistico-culturale i fronti su cui lavorare in ottica futura

Il 2016 è stato un anno eccezionale per il rilancio dei beni culturali in tutta Italia. Anche nella provincia di Salerno si è verificato un boom di ingressi nei luoghi d’arte e cultura. Un ruolo importante in tal senso lo ha giocato pure il Castello di Arechi di Salerno, fulgido esempio di valorizzazione dei beni culturali a conduzione pubblico/privato, che ha fatto registrare una forte crescita rispetto al 2015 in termini sia di visitatori (+28,40% / ingressi 2016: 14.935 - ingressi 2015: 11.632) che di introiti (+46,57% / incassi 2016: 26.210 - incassi 2015: 17.882).

I dati finali dell’annualità 2016 elaborati dalla Società di Gestione del Castello Medievale di Salerno e dei servizi di fruizione e valorizzazione, “Il Castello” di Marco De Simone (concessionaria anche del servizio biglietteria), hanno consentito di scoprire che con circa 15mila presenze l’antico maniero medievale si è posizionato ai primissimi posti fra i beni culturali più visitati in provincia di Salerno e più in generale su tutto il territorio regionale.

Se poi si analizza la crescita esponenziale rispetto all’annualità 2011/2012, quando fu istituita la biglietteria per ingressi a pagamento al Castello di Arechi, il dato risulta ancora più roboante. Infatti, l’incremento dei visitatori in 5 anni, considerando i circa 7.500 ingressi e gli introiti per circa 14mila euro del 2012, è di quasi il 100% relativamente alle presenze e di circa l’85% in termini di incassi. Tutto ciò senza tener conto, come viene fatto invece per altre realtà statali, dei numerosi ingressi gratuiti per l’iniziativa delle “Domeniche al Museo”.Non manca, però, la consapevolezza che il risultato sarebbe potuto essere ancor più lusinghiero in presenza di una maggiore sinergia fra le diverse componenti deputate all’organizzazione dell’offerta turistico-culturale a valore aggiunto. Si pensi alla possibilità di creare servizi di incentivazione alla visita, come ad esempio una carta del cittadino, tipo “Arechi Card”, che consenta ai residenti di “abbonarsi” ai servizi di fruizione del Castello di Arechi, con la possibilità quindi di accompagnare amici in visita al maniero senza dover pagare ogni volta l’ingresso o di partecipare in modo agevolato ai numerosi eventi in cartellone.

Ma tanto altro si potrebbe ancora fare o attivare. In primis sul fronte dei trasporti pubblici, molto carenti e rispondenti in parte solo alle esigenze dei residenti in località Croce. Laddove invece un servizio aggiuntivo o integrativo da e per il Castello di Arechi - di certo non facilmente raggiungibile dai pedoni - sarebbe quanto mai opportuno per una città che si definisce a “vocazione turistica”. Quanto al trasporto privato, sarebbe auspicabile un tavolo di concertazione con i privati preposti al servizio taxi, in modo da proporre un tariffario “turistico” alla portata di tutti.

Del resto, da un’analisi qualitativa degli “arrivi” al Castello di Arechi emerge chiaramente che la maggior parte dei visitatori ci giunge con mezzi propri, auto e bus privati. Addirittura molti stranieri s’incamminano a piedi lungo i tornanti della strada provinciale, purtroppo spesso invasa da rifiuti di ogni genere. Ed a tal proposito sarebbe auspicabile la riapertura del “Percorso del Principe”, che dalle pendici delle mura di cinta del Castello in via Alfonso Gatto, attraverso il boschetto, collega la parte alta e panoramica di Salerno alla collina Bonadies, con un’affascinante passeggiata archeologica, in stile “archeotrekking”, più volte invocata.