A Rovella aumentano i poveri e calano i fondi

MONTECORVINO ROVELLA. Per il prossimo anno è a rischio il cibo per i poveri, previsto un drastico taglio dei fondi comunitari per il sostegno del Banco alimentare in Italia. I dati forniti dai tanti...

MONTECORVINO ROVELLA. Per il prossimo anno è a rischio il cibo per i poveri, previsto un drastico taglio dei fondi comunitari per il sostegno del Banco alimentare in Italia.

I dati forniti dai tanti volontari che, con a capo il parroco, don Francesco Coralluzzo, collaborano a Montecorvino Rovella alla distribuzione e quindi al sostentamento delle famiglie meno abbienti, sono davvero preoccupanti. Rispetto allo scorso anno, fanno sapere i responsabili del Banco alimentare presso la parrocchia di San Pietro, le persone che hanno fatto richiesta delle derrate alimentari, (ma non solo), sono più che raddoppiate. «È stata una richiesta costante e continua di famiglie che chiedono di essere ammesse al banco – riferisce una volontaria - dalle 200 famiglie registrate ad inizio 2012, siamo passati alle oltre 400 di quest’anno».

Di queste famiglie, una minoranza, per l’esattezza 104, sono formate da stranieri: polacchi, nigeriani, marocchini, rumeni e indiani negli ultimi mesi ricevono il sostegno alimentare. Numeri da capo giro, dunque, per una comunità che conta poco meno di tredici mila abitanti.

Ma il grido d’allarme, di una congestione nella distribuzione, arriva proprio dagli organizzatori, che non riescono più a far fronte alle tante e continue richieste di sussidio, che giungono quotidianamente presso la parrocchia. «Non riusciamo più - dicono i volontari - a far fronte alle molte istanze che arrivano ogni giorno, così abbiamo, con molto dolore, dovuto interrompere l’assunzione di nuove domande del pacco alimentare».

Fino alla fine di quest’anno l’Italia si arrangerà, con le rimanenze del “Programma per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti” (Pead), che finora ha mandato avanti il congegno dei sussidi a livello europeo. Ma la riduzione delle scorte sta per mandare il sistema in pensione e d’ora in poi bisognerà fare a meno dei viveri e arrangiarsi coi (pochi) fondi: 2,5 miliardi fino al 2020, 495 milioni nel 2014 (di cui 135 ancora non sicuri), da dividere tra 28 paesi dell’Unione Europea.

Roberto Di Giacomo

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