A Roma la lunga notte del Pd campanoIn vantaggio Iannuzzi, ma è ancora giallo

Spoglio infinito per le primarie. Intanto il sindaco De Luca annuncia: "Potrei scendere in campo per la Regione"

Non è bastato il commissariamento dell’ufficio tecnico regionale, e l’avocazione a Roma delle operazioni di scrutinio, per chiudere in Campania la pantomima delle elezioni primarie. A sei giorni dalle votazioni il segretario regionale del PartitoDemocratico non è ancora stato proclamato, e la seduta del comitato nazione dei garanti è proseguita ieri fino in nottata nel tentativo di sbrogliare una matassa che si intricava ogni ora di più.
In serata le indiscrezioni davano per confermata l’elezione del parlamentare Tino Iannuzzi, a cui i calcoli avrebbero attribuito la vittoria con una percentuale del 52,7% e trentuno seggi di vantaggio.Ma l’ufficio nazionale non ha diramato alcun esito ufficiale e dal sito internet del Partito Democratico, dove ieri sera è iniziata la pubblicazione dei dati, la dicitura della Campania è scomparsa del tutto. A complicare una situazione giá avvelenata da polemiche, accuse di brogli e minacce di ricorso, è arrivata a tarda sera la notizia che le liste di Rosy Bindi non avrebbero raggiunto nella costituente nazionale la soglia del 5% che darebbe accesso alla ripartizione dei resti.Dai vertici del Pd è arrivato al comitato l’input di non sciogliere la seduta finché non saranno definiti tutti i dati, e la discussione è proseguita a oltranza in nottata.
Il pomeriggio ha registrato intanto un nuovo affondo di Vincenzo De Luca dalle frequenze di Lira Tv. «De Mita e Bassolino, che sulla carta potevano fare una "passeggiata", non hanno raggiunto insieme neppure il 50 per cento - ha detto il sindaco - E attenzione, parliamo di primarie di un partito; se in una elezione normale si pronunciassero tutti i cittadini, questo partito verrebbe travolto». Poi la sfida. De Luca non esclude di potersi candidare alle regionali. Non lo dice chiaramente ma lascia aperta una porta. Dichiara: «Iannuzzi, candidato politico di De Mita e Bassolino, è uno senza programma. Per me, al momento, è stato un impegno politico, non ero direttamente in campo. Poi, quando lo deciderò, vedremo un po’ come andranno le cose». Stoccate anche ai vertici nazionali del nuovo partito: «A Roma hanno fatto finta di niente perché subiscono la pressione di questi personaggi. Quando un presidente della Commissione provinciale che doveva valutare la regolaritá delle liste è egli stesso nelle liste di De Mita (parlo di tale Nicola Tremante, non è un conflitto d’interesse?». E ancora: «Ci sono verbali scritti a mano da presidenti di seggi compiacenti. Siamo arrivati al punto che da Roma hanno mandato emissari che hanno preso tutte le schede rimaste e le hanno portate a casa. Forse a Roma c’è la possibilitá per De Mita di fare più pressione».
Sul futuro del Pd, notizie poco incoraggianti arrivano anche dai palazzi degli enti locali. Il sito newpressonline ha anticipato che due consiglieri comunali e uno provinciale non intendono aderire ai gruppi unici del Pd. Dai diretti interessati nessuna conferma, ma dal Comune trapela che forti perplessitá sull’opportunitá di un gruppo unitario sono state espresse dai consiglieri dei Progressisti Giannicola Bonadies e Nino Criscuolo.