A Rizzico la frana che rischia di isolare il Mezzogiorno

In trent’anni lo smottamento ha già cancellato la Statale E minaccia anche la linea ferroviaria tra Pisciotta e Ascea

PISCIOTTA. C’è una frana che minaccia da oltre 30 anni la linea ferroviaria tirrenica che collega il nord dell’Italia con il Sud. Un tratto attraversato ogni giorno da decine di treni. È in località Rizzico, nel vallone Fiumicello tra i comuni di Pisciotta e Ascea. Qui la montagna scivola lentamente verso il mare ed ha già distrutto l’ex Statale 447, che nel tratto Pisciotta-Ascea resta aperta da ormai due anni soltanto ai mezzi di soccorso. Ora a destare preoccupazione è la linea ferroviaria situata a valle del movimento franoso. Il rischio è talmente evidente che le Ferrovie hanno installato da diversi anni un sistema di monitoraggio della frana, attivo 24 ore al giorno, che, in caso di pericolo, blocca automaticamente la circolazione dei treni. Ma, nonostante ciò, dinanzi ad una frana imponente come quella di Pisciotta, è difficile escludere imprevisti.

L’allarme del geologo Ortolani. Ne è convinto il professore Franco Ortolani, ordinario di geologia all’università Federico II di Napoli, che ha più volte sollecitato la necessità di ulteriori interventi. «Stanno scherzando col fuoco – dice – si tratta di un fatto molto serio. La frana – spiega il docente – è del tipo scorrimento rotazionale con superfici profonde lungo le quali avviene il lento scivolamento delle rocce verso il Vallone Fiumicello. Le rocce interessate non sono rappresentate da un ammasso argilloso omogeneo; la pendenza del versante interessato è elevata per cui vi è la possibilità che il dissesto (finora lento) possa avere una improvvisa accelerazione che risulterebbe catastrofica per la strada ex Statale 447 e la linea ferroviaria. Una simile evenienza causerebbe l'interruzione delle comunicazioni ferroviarie tra il sud e il centro-nord dell’Italia con gravi danni economici e disagi per i passeggeri». Il pericolo, insomma, è dietro l’angolo: «Allo stato attuale si può affermare che l’evento catastrofico avverrà ma non si può prevedere quando esso si determinerà». Questa frana «presenta deformazioni distribuite lungo tutto il versante, rigonfiamenti e frane minori nell’alveo del Vallone Fiumicello che negli ultimi anni hanno causato la quasi completa occlusione della sezione fluviale su cui scorre la rete ferroviaria», spiega Ortolani. Problemi seri sono stati registrati già alcuni anni fa quando piogge molto consistenti hanno determinato una piena nell’alveo del Vallone Fiumicello. «L’acqua della piena – spiega il professore – sormontò il viadotto ferroviario e si riversò lungo la galleria che collega Pisciotta con Ascea Marina».

Esclude ogni tipo di rischio invece il sindaco di Pisciotta Ettore Liguori: «Le Ferrovie hanno fatto un ottimo lavoro – spiega – con un monitoraggio continuo della frana. Un esempio di efficienza e sicurezza. È stato concesso da pochi giorni un finanziamento di 7,5 milioni di euro per la messa in sicurezza proprio di questo tratto ferroviario».

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