burocrazia e solidarietÀ

A rischio il centro di accoglienza per rifugiati

Riscontrate irregolarità negli atti della struttura, il Comune annulla le autorizzazioni

Spuntano “problemi burocratici” al centro accoglienza Caritas per rifugiati politici in località Macchioncello di Eboli. E il Comune avvia il “procedimento di annullamento degli atti per mancanza dei presupposti di legge in assenza di conformità del manufatto alle norme urbanistico edilizie al momento della presentazione delle istanze”. La decisione è stata comunicata in una lettera raccomandata, inviata anche a proprietario e gestore della struttura, in cui si annuncia anche la decisione di “annullare, il tacito assenso” formatosi sulle istanze presentetate. Insomma, il centro si accoglienza rischia la chiusura, anche se contro il provvedimento è previsto un ricorso al Tar entro due mesi.

Ma cosa è accaduto nella struttura, peraltro già finita nel mirino del senatore Franco Cardiello, che aveva definito il luogo «poco consono ad osptirare delle persone»? In verità, un successivo sopralluogo stabilì che i rifugiati vivevano in condizioni ottimali. Ma dai controlli degli ultimi tre mesi, sarebbe emerse che le “carte” relative all’edificio non sono del tutto a posto. Dalla ricostruzione della vicenda, verificabile anche sul sito istituzionale del Comune, emerge che l’immobile ha ottenuto una “concessione edilizia e concessione edilizia in sanatoria”, rilasciate per un “fabbricato rurale ad uso annessi/abitazione”; che, nel gannaio scorso, il oproprietario aveva presentato “la dichiarazione di un professionista abilitato, con la quale, si attestava la conformità al progetto e l’agibilità del fabbricato”; e che, ad aprile, il conduttore, aveva presentato “una comunicazione di attività libera per realizzazione di tramezzature interne”.

Ma, il mese dopo, in una relazione del responsabile del Servizio antiabusivismo emergeva che “a seguito di sopralluoghi e successivi accertamenti, il fabbricato, oltre a presentare lievi difformità rispetto ai titoli edilizi agli atti, viene utilizzato quale struttura di accoglienza profughi”. Una novità, questa, non da poco. Perché, si precisa “un uso del fabbricato differente da quello dichiarato comporta la decadenza dell’agibilità per mancanza dei presupposti di fatto e di diritto che erano alla base dell’emanazione dell’autocertificazione”.(a. e.)