Il rinvio a giudizio

A processo per bancarotta i vertici della società Ismar

Dovranno affrontare un processo con l’accusa di bancarotta fraudolenta i vecchi vertici della società ebolitana Ismar, specializzata nel trattamento e lo smaltimento dei rifiuti e gestore, prima...

Dovranno affrontare un processo con l’accusa di bancarotta fraudolenta i vecchi vertici della società ebolitana Ismar, specializzata nel trattamento e lo smaltimento dei rifiuti e gestore, prima della dismissione negli anni Novanta, della discarica in località Castelluccio a Battipaglia. Ieri pomeriggio il giudice delle indagini preliminari Donatella Mancini ha disposto il rinvio a giudizio per l’ex amministratore della società, Maria Contaldo, e per il figlio Ilario D’Amato, che ne era il direttore. Risponderanno di concorso in bancarotta in un processo che prenderà il via a gennaio e che passerà al setaccio una vicenda finanziaria complessa, che coinvolge più sigle societarie ed è passata dall’assenso al concordato preventivo fino al suo ritiro e alla dichiarazione del fallimento.

La richiesta di ammissione concordato è datata 28 marzo 2011, quando la domanda fu depositata al Tribunale di Salerno. I vertici societari attribuirono il dissesto all’accentuarsi della crisi nel settore dei rifiuti. «L’emergenza verificatasi nella regione Campania – si legge nella relazione del commissario giudiziale – ha determinato enormi ritardi nei pagamenti dovuti dalle Pubbliche amministrazioni appaltanti. Questo ha provocato una crisi finanziaria nella società che, se da un lato ha dovuto accedere al credito bancario per adempiere ai contratti stipulati con la Pubblica Amministrazione, da un’altra parte non ha ricevuto i pagamenti dei lavori». Né era stato possibile il recupero giudiziale dei crediti, «atteso anche i vincoli di impignorabilità cui sono soggetti i capitolati di spesa riferiti all’emergenza rifiuti». Alla crisi del comparto si aggiungevano conferimenti di rami d’azienda ad altre società del gruppo, sui quali si è poi fermata l’attenzione della magistratura. «Il conferimento d’azienda operato in data 28 settembre 2010 in favore della Costruzioni D’Amato srl – si legge sempre nella relazione – con cessione alla stessa di ogni attività aziendale e la successiva vendita della quota acquisita nella società conferitaria alla Progesim srl hanno, di fatto, messo la Ismar in uno stato di liquidazione». Di quel tracollo ex amministratore ed ex direttore dovranno ora rispondere davanti ai giudici. (c.d.m.)

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