A processo il furbetto del cartellino 

Rinvio a giudizio per Buda, dipendente del Comune che timbrava e si assentava

Affronterà il processo con l’accusa di truffa e violazione della legge sull’assenteismo, Eduardo Buda, 52 anni, dipendente comunale finito nella rete delle fiamme gialle nell’operazione “Mal comune”, scattata nell’autunno 2016 a Palazzo Mayer contro un giro sistematico di assenteismo e complicità nell’organico dell’ente. Buda, in particolare, risponde di truffa per essersi fatto marcare in un’occasione il cartellino da una collega e per aver marcato lui per altri tre dipendenti.
Le ricostruzioni investigative lo hanno individuato in diverse circostanze, almeno sei tra marzo e aprile 2016, nelle quali si sarebbe allontanato arbitrariamente, vidimando il badge elettronico per conto terzi e facendoselo passare, analogamente, inducendo in errore l’ente. Il processo nei suoi confronti comincerà il prossimo 28 settembre davanti al giudice monocratico dottoressa Di Filippo, con il dibattimento a verificare l’effettivo andamento dei fatti.
La maxi inchiesta portata avanti dagli uomini della compagnia della guardia di finanza di Scafati seguì il filone di numerosi ammanchi e truffe a danno di Palazzo Mayer. Secondo le accuse contestate, in tanti, tra i dipendenti nell’organico comunale, avrebbero timbrato il badge marcatempo per poi allontanarsi indebitamente dal posto di lavoro. Le ricostruzioni furono effettuate dagli uomini della sezione investigativa della Finanza, con il coordinamento della Procura di Nocera Inferiore, mettendo insieme numerose singole circostanze di reato: assenze di ore portate avanti con abitudine o occasionalmente a seconda dei casi, a partire da marzo fino a maggio 2016, documentando singolarmente i casi successivamente incrociati, negli orari in cui i dipendenti avrebbero dovuto lavorare con la presenza fisica sul luogo di servizio. Il blitz antiassenteismo “Mal comune” fu eseguito dalle fiamme gialle nell’autunno 2016, con la successiva fase di indagini preliminari conclusa poco dopo, per arrivare alla richiesta di rinvio a giudizio e ora, in diversi casi, al processo, fissato a carico di chi ha chiesto stralci o ha proseguito l’iter ordinario.
Il rinvio a giudizio in questione per Buda è arrivato nelle ultime settimane: in precedenza era arrivata una assoluzione perché “il fatto non sussiste” per il dipendente comunale di Scafati, Giovanni Cavallaro, con sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Nocera Inferiore. In quel caso specifico «gli elementi di prova raccolti non sono idonei a sostenere l’accusa nei confronti dell’imputato», scrisse il giudice nelle motivazioni. Anche Cavallaro era finito sotto accusa per aver timbrato fraudolentemente il cartellino marcatempo per poi allontanarsi arbitrariamente dal luogo di lavoro: in questo modo, seguendo le pratiche illecite dei cosiddetti “furbetti”, lo scopo contestato secondo l’accusa era di frodare l’amministrazione.
Alfonso T. Guerritore
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