A processo i vertici del Cfi «Fu truccato il bilancio»

Parte civile i Comuni di Cava e Scafati. In aula l’atto d’accusa del sindaco Galdi Il presidente Monaco replica: «Tutto regolare, sono vittima di beghe politiche»

SALERNO. Sono sospettati di aver “truccato” il bilancio consuntivo del 2009, occultando le perdite con poste attive fittizie, riparti delle uscite sugli anni successivi e la sopravalutazione di un immobile di proprietà. Il processo, iniziato ieri mattina davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Salerno, coinvolge i vertici del Cfi, il Consorzio delle farmacie comunali di cui sono socie le Amministrazioni di Salerno, Capaccio, Eboli, Baronissi, Cava de’ Tirreni e Scafati. Da una denuncia del sindaco cavese Marco Galdi, che ieri ha deposto in aula, è partita l’inchiesta che vede imputati il presidente del Cfi, Antonio Monaco, l’ex direttore generale Rita Zenna e i membri del cda Giuseppe De Luca, Bruno Di Nesta, Luigi Ferrara, Massimiliano Miranda e Antonio Fogliame. La posizione dei consiglieri potrebbe però essere stralciata alla luce delle dichiarazioni rese ieri dallo stesso Galdi. «Dopo la denuncia – ha spiegato – ci siamo resi conto che i consiglieri hanno sì approvato il consuntivo, ma si sono insediati solo nel 2010 e quindi non avevano partecipato alla gestione dell’anno precedente, oggetto della contestazione». Una parziale marcia indietro che ad alcuni degli imputati, presenti in aula, fa tirare il fiato: «Noi siamo arrivati nel febbraio del 2010 – sottolineano – e a giugno abbiamo approvato il consuntivo dell’anno precedente sulla base di una relazione favorevole del collegio sindacale. Altro non sappiamo». Per adesso il Comune di Cava, assistito dall’avvocato Adriano Bellacosa, mantiene la costituzione di parte civile anche nei loro confronti, mentre Scafati si è costituito solo contro presidente e direttore generale.

Gli altri enti soci hanno rinunciato. E non è un caso, se si pensa che il processo penale è lo strascico giudiziario di uno scontro politico che per circa un anno ha visto centrodestra e centrosinistra contendersi la guida del Consorzio a colpi di ricorsi e carte bollate. Cambiati i rapporti di forza in seguito alle elezioni amministrative, i Comuni vicini al Pdl sfiduciarono Monaco e gli sostituirono Salvatore Memoli. Il Tar però lo rimise in sella, evidenziando che gli amministratori potevano esser revocati solo in seguito a una condotta illegittima. Poco dopo partì l’azione di responsabilità con la denuncia sul consuntivo 2009 e vi fu una nuova sfiducia ma, dopo alterne vicende politiche e giudiziarie, Monaco tornò alla presidenza. Difeso dall’avvocato Paolo Carbone, ieri ha preferito non presenziare al processo: «Spero che venga fuori la verità – commenta – cioè che tutto nasce da una questione politica ma che non vi è stata alcuna irregolarità».

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