A Positano diffuse coi matrimoni

Se ne celebrano oltre 3mila all’anno e vengono fittati residence e ville sontuose

POSITANO. I primi aspiranti vennero dal Nord. Più che sposini, sposati e divorziati. Lei danese, lui norvegese. A Positano erano stati per cinque anni e a Positano si fecero una promessa: se ci risposeremo, sarà qui. Correva l’anno 1993 e a unire civilmente la coppia fu Lorenzo Cinque, assessore al Turismo, che insieme con la moda inaugurò anche la delega al matrimonio. «Oggi ce l’hanno tutti i consiglieri, perché è impossibile tenere il ritmo – dice Cinque, ora past president regionale di Confindusria sul turismo. Mi dissero che ero un pazzo perché li facevo anche a mezzanotte, il 31 dicembre, ebbene oggi in tutta la Costa d’Amalfi sono più di mille, a Positano circa 300. E vengono da tutto il mondo».

In principio non costava nulla, qualche marca da bollo e via. «Il primo lo feci quasi per scherzo, poi ci rendemmo conto che per sposarli ci volevano i permessi, il traduttore, il rito, occorreva contattare i Consolati, aver l’autorizzazione dagli Stati di appartenenza». Insomma, un bel casino. «Oggi c’è un’organizzazione consolidata, il fenomeno è cresciuto, indiani, australiani, americani, arabi, anche musulmani e ebraici sono saliti da noi, per il rito è venuto apposta il rabbino da Napoli». La maggior parte in municipio, ma qualcuno anche in chiesa. È cresciuto un business fiorente da 500 euro per ogni doppia firma. Poi c’è la catena di affari, il parrucchiere e l’autista, il fioraio e il banchetto. E son cresciute le case vacanza. «Molte sono nate con i matrimoni a Positano», sottolinea Cinque, che ricorda quelli celebrati durante gli attentati dell’11 settembre, proprio a coppie americane. «Che tristezza». Molto più allegro il bilancio 2016. A Positano vanno a nozze i 3300 turisti che hanno coperto l’intera offerta ricettiva negli alberghi, b&b, fittacamere. Più o meno tanti quanti i residenti: 3900, che raddoppiano d’estate. La perla della Costa amalfitana si posiziona al vertice del trend positivo salernitano. E si conferma buen retiro di magnati e professionisti, celebri attori e semplici vacanzieri in cerca di un rifugio. Se Capri è l’isola dei flash e di chi vuole mostrarsi a tutti, Positano cura la riservatezza. Si nascondono i ricconi, quelli che fittano ville con un personale, scorta compresa, da 20 persone e un budget da 25 mila euro al giorno. Ben nascosto anche il sommerso, pure quello a 5 stelle. Ricchi proprietari che cedono il diritto di fitto per 5 mila euro a mediatori stranieri che raddoppiano i guadagni. Più furbi quelli che si fanno certificare come b&b e ci organizzano serate e eventi.

«Ma il b&b è diventato più professionale e la prima cosa che la Regione deve fare è modificare la legge distorta che non li considera imprese ma attività che integra il reddito. Ben vengano gli alberghi a 5 stelle ma – conclude Lorezno Cinque – è arrivato il momento che anche il b&b sia considerato così per evitare che tutto venga fatto con approssimazione, visto che anche la qualità della clientela purtroppo è scesa». (f.f. )

©RIPRODUZIONE RISERVATA