«A Pasqua aperti se la città ci aiuta con una colomba»

L’appello di Mario Conte della Mensa dei poveri «Da cinque mesi nessuno ci dona una bottiglia d’olio»

Una colomba per la mensa dei poveri San Francesco. Per regalare un simbolo di resurrezione a chi ha perso tutto, compresa la speranza di poter riacquistare, attraverso il lavoro, dignità ed indipendenza. Allo staff di Mario Conte, che dal 1994 sforna una media di circa 150 pasti caldi giornalieri, a cui negli ultimi tre anni se ne sono aggiunti una quarantina preparati appositamente per le famiglie salernitane che stentano ad arrivare alla fine del mese, servono in realtà tante altre cose. Olio, carne, frutta, verdura. Ma alla colomba, la mensa di via D’Avossa, una traversa del quartiere Carmine, non vuole rinunciare, per non spogliare la Pasqua di quel valore che ha bisogno di un simbolo per poter regalare fiducia a chi vive nell’ombra. «Domenica resteremo aperti - spiega Conte - Sarà un sacrificio per tutti i volontari, ma non possiamo abbandonare così tante persone in una giornata di festa. Purtroppo però siamo in enorme difficoltà e rischiamo di non riuscire a preparare i pasti. Spero che i salernitani non si tirino indietro, che ognuno contribuisca come può e come meglio ritiene, per aiutarci a realizzare un pranzo pasquale completo per tutti i nostri ospiti».

In clima di spending review, infatti, anche la solidarietà ha subìto un contraccolpo. Le donazioni sono calate. Dal banco alimentare arrivano prodotti in via di scadenza e di scarso valore economico, come pane, pasta e biscotti. «Ma purtroppo un pasto completo è fatto anche di carni, formaggi, verdura, frutta», ribadisce Conte, lamentando come, per colpa della burocrazia, anche inserire un carrello per una spesa solidale all’interno di un qualunque supermercato cittadino, sia diventata una impresa. «Le strutture devono essere autorizzate da Roma, c’è una procedura farraginosa che ci penalizza», ammette.

Il risultato è drammatico: «Da cinque mesi non riceviamo neppure una bottiglia d’olio, che è tra i prodotti più cari. Quindi siamo costretti a provvedere noi». Certo, fino a Pasqua c’è ancora tempo, «ma ad oggi abbiamo ricevuto solo dieci colombe piccoline. Negli anni scorsi la risposta era stata più massiccia. Ho molto a cuore questa cosa, vorrei che i nostri amici potessero festeggiare la domenica di resurrezione come tutti gli altri salernitani». La situazione è critica. Perchè i nuovi poveri sono in costante aumento. Ai 4.896 nostri concittadini che durante il 2014 hanno bussato alle porte della solidarietà, si aggiungono i 4.496 stranieri (2.516 extracomunitari e 1.980 comunitari) che hanno fatto altrettanto, sia in città che in provincia, per ricevere un supporto materiale e spirituale (fonte Caritas).

Gli indigenti, in soli dodici mesi, sono cresciuti del 18 per cento e ben il 39 per cento di loro non ha alcuna fonte di reddito, neppure minima. Moltissimi, dall’oggi al domani, hanno perso il lavoro. E questo spiega perchè, modello Isee alla mano, ogni giorno una quarantina di famiglie salernitane bussano alla porta della mensa San Francesco, contenitori da asporto alla mano, per portare nelle loro case quello che sfornano i volontari di Mario Conte. «Molti ci chiedono il bis, così risolvono anche il problema della cena. Per quello che possiamo, cerchiamo di dare una mano a tutti, senza tirarci indietro. Ma ci sono dei giorni in cui facciamo veramente fatica ad accontentarli. Per questo - ribadisce Conte - è importante che chi può ci dia una mano, anche modesta. Tanti piccoli contributi messi insieme alimentano la solidarietà».

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