A Nocera staminali contro le ischemie

Acquistato un macchinario innovativo che consentirà di ridurre il rischio di amputazione degli arti

NOCERA INFERIORE. Cellule staminali per riprodurre i vasi sanguigni e ridurre il rischio di amputazione degli arti. È la novita che il 2016 porta nell’ospedale “Umberto I” di Nocera, primo in Campania a mettere in funzione il macchinario che consente l’utilizzo delle staminali nell’ambito della chirurgia vascolare. È una costosa apparecchiatura acquistata di recente e ora pronta per entrare in funzione, che imprimerà una svolta nel trattamento delle ischemie croniche degli arti inferiori non rivascolarizzabili. Le cellule prelevate dal midollo del paziente potranno essere centrifugate estraendone le staminali (sepacs), che saranno quindi iniettate nelle zone ischemiche in modo da riprodurre nuovi vasi sanguigni.

L’apparecchiatura sarà in dotazione alla Chirurgia vascolare guidata dal primario Gennaro Vigliotti, che opererà in collaborazione con l’equipe del Centro trasfusionale diretto dal dottore Mario Volo. Un reparto, quello di Chirurgia vascolare, attivato nel 2014 con l’arrivo di Vigliotti dall’ospedale di Salerno. In un anno il numero degli interventi chirurgici di alta specializzazione (chirurgia arteriosa ed endovascolare) sono aumentati del trenta per cento (da 162 a 234) e i posti letto si sono rivelati insufficienti. Ne sono stati ricavati due nel reparto di Chirurgia e altrettanti in quello di Cardiologia, secondo le disponibilità del momento, ma il numero di ricoveri è di circa sette a settimana, per cui i pazienti sono ospitati anche in altri reparti. Ora si attende che il 2016 porti l’autorizzazione all’apertura dei posti letto specifici di Chirurgia vascolare, che dovrebbero essere 6 e collocati in locali attigui al reparto di Chirurgia in modo da ridurre le spese di gestione e il numero del personale. Anche l’organico dovrebbe essere potenziato; attualmente l’equipe di tre medici assicura gli interventi in urgenza per le emergenze interne dell’ospedale, mentre interviene in “differita” nella zona nord dell’Asl. Si calcola che per garantire un’ attività di urgenza anche nell’ambito del 118 – in un territorio con oltre mezzo milione di abitanti – dovrebbero essere assegnati almeno altri tre medici specialisti. Da qui l’auspicio di un’attenzione da parte del nuovo commissario regionale per la sanità, Joseph Polimeni. Tanto più che nel 2015 le attività del reparto sono aumentate, ad esempio tramite l’impiego di una nuova apparecchiatura per il recupero intraoperatorio del sangue, con cui vengono trattati gli aneurismi aortici addominali e toracici sia con tecnica tradizionale che con tecnica endovascolare per lo più completamente percutanea, senza incisioni e in anestesia locale. (c.d.m.)

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