A Michele l’ultima maglia dell’Ebolitana

Sulla bara del diciottenne la casacca della squadra del cuore. Striscioni, cori e palloncini, poi la sosta al Massaioli

Tante lacrime e commozione ieri pomeriggio nella chiesa di Santa Maria della Pietà, per l’ultimo addio a Michele Siani, il diciottenne ebolitano ex calciatore dei giovanissimi dell’ Ebolitana, morto mercoledì scorso all’ospedale di Battipaglia, dove era ricoverato da tre settimane dopo l’incidente nel quale era stata coinvolta anche Federica Vitale, la giovanissima ebolitana deceduta una decina di giorni fa.

L’intera città si è fermata per stringersi attorno alla famiglia, lacerata dal dolore. La salma di Michele ha lasciato alle 15 dalla sala mortuaria dell’ospedale di Battipaglia ed è arrivata ad Eboli dove per alcuni minuti ha sostato davanti all’ingresso dello storico campo di calcio “Massaioli”, dove il diciottenne negli anni passati aveva disputato diversi tornei indossando la maglia azzurra della sua città. Ad attenderlo c’erano amici e ultrà dell’Ebolitana che prima hanno adagiato sulla bara bianca la maglia simbolo del gruppo, e poi con le lacrime agli occhi hanno intonato un coro da stadio.

Subito dopo il corteo funebre si è diretto verso la casa di Michele in via Unione Sovietica, per un saluto al quartiere che lo ha visto crescere. Il vicinato già dalle 14 si era riversato per strada ad addobbare l’intero tratto di strada dove c’erano famiglie, ragazzi del posto e non, e gente venuta anche da altre zone. Sui muri e sulle saracinesche striscioni, foto, palloncini di vari colori, la maglietta con il numero 9 e corone di fiori, quest’ultime adagiate davanti l’uscio di casa: gesti amorevoli che hanno voluto mostrare vicinanza alla famiglia di Michele. Piccoli gesti fatti con amore che hanno voluto forse far comprendere che papà Giuseppe, mamma Paola e Serafina non sono soli in queste terribili ore.

Decine di persone hanno atteso sotto il sole la bara bianca arrivata nel carro funebre adagiata tra i fiori e la maglietta degli ultrà. Dalla casa del giovane alla vicina chiesa il feretro è stato portato a spalla fino all’ingresso della chiesa, dove è stato accolta da un lungo applauso.

Il rito funebre è stato officiato da don Michele Marra, parroco della chiesa di Santa Maria della Pietà, anche lui, nonostante la lunga esperienza, visibilmente emozionato, e forse proprio quell’emozione ha fatto sì che le sue parole arrivassero in modo diretto ai cuori di tutti i presenti: «Come uomo e come sacerdote non mi abituerò mai alla morte, e chiedo perdono alla famiglia se in questo momento dico quello che ho nel cuore. Risposte non ne ho se non quelle di Dio. L’unica speranza è la parola di Dio specie quando la morte graffia».

Fuori dalla chiesa ad attendere Michele per l’ultimo saluto amici, parenti e gli inseparabili ultrà che dopo aver srotolato un lungo striscione hanno inneggiato il coro “Michele vive nel cuore degli ultrà”, intanto due colombe bianche venivano liberate in aria tra applausi e pianti di rabbia. La salma è stata poi condotta al cimitero per la tumulazione.

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