festa delle donne

A lezione di autodifesa contro ogni sopruso

Vittime di mariti violenti, scippatori o semplicemente della propria paura In settanta partecipano al corso promosso anche dall’amministrazione

SALERNO. In lotta continua. Da un pericolo costante che è sempre dietro l’angolo. Così te le ritrovi davanti, con tuta e t-shirt, intente a carpire i segreti per evitare uno scippo o lo schiaffo di un marito violento tra le mura di casa. Tante storie, tutte con la stessa esigenza: sentirsi meno sicure davanti a chi usa l’arma della prepotenza. La seconda edizione del corso gratuito di autodifesa femminile promosso dal Comune di Salerno è terminata, ma in 70 sono riuscite a ottenere che Matteo Renna e Annalisa Pignataro, responsabili dell’associazione “Street Kali” e istruttori di Krav Maga affiliati alla federazione nazionale del presidente Giuseppe Parma, continuassero le lezioni per apprendere così nuove tecniche di difesa. Una voglia tale da far diventare piccoli anche i locali del settore Socio-Formativo del Comune, a Torrione, costringendo il progetto “Beauty Full” a trasferirsi nel quartiere Italia, presso il Tennis Club Salerno di via Liberti. Qui, per quattro giorni a settimana spalmati su due turni, c’è chi vuole emanciparsi dalla paura.

Come Mariella, docente di italiano in pensione, che picchia duro quando c’è da esercitarsi con i vari istruttori dell’associazione. «Lo faccio perché sono stanca di subire scippi quando cammino sola per strada», racconta. Dopo il terzo episodio, infatti, ha preso in mano le redini della sua vita. «Sono venuta qui dopo che mi hanno strappato la catenina che indossavo. Ora non dico che mi sento sicura, ma almeno conosco i movimenti giusti. Ho la percezione di quello che può succedermi intorno». La professoressa è tra le veterane del corso e ieri sera, durante il convegno “Io donna_La mia difesa” che ha chiuso idealmente la fase gratuita del progetto, ha ricevuto un riconoscimento dai responsabili dei corsi per la voglia e la dedizione dimostrata in questi anni.

Ma tra gli occhi che si incrociano al Tennis Club ci sono altre mille vicende che meritano di essere raccontate: dalla studentessa universitaria che vuole emanciparsi, alla lavoratrice che ha bisogno di difendersi per il tipo di impiego che svolge, fino a chi è stata vittima di violenze in casa. «Due mesi sono effettivamente pochi», affermano Renna e Pignataro, da tre anni protagonisti dell’attività patrocinata dal Comune, dalla polizia e dallo Sportello Antiviolenza dell’ospedale Ruggi. «I locali di Torrione erano diventati piccoli per 170 donne e ci siamo trasferiti nel quartiere Italia. In 70 hanno deciso di continuare a seguire le nostre lezioni». Un progetto pilota anche in Europa, che mercoledì riceverà un premio dal Parlamento Europeo e a cui strizzano l’occhio anche le grandi aziende italiane.

«Siamo stati scelti dall’Enel per i corsi alle loro dipendenti. Hanno avvertito la necessità di tutelare le maestranze femminili non solo per quanto attiene l’orario di lavoro», spiega Pignataro. Le allieve da qualche settimana si stanno avvalendo anche della consulenza medica di Pasquale Lupo, psicoterapeuta che offre supporto gratuito alle donne che lo richiedono. «Parlando con alcune signore che frequentano i corsi si sono riscontrate delle grandi frizioni nella coppia. L’aggressività intra-familiare resta la vera emergenza, visto che ormai si litiga per delle banalità». Le lezioni continueranno fino a giugno e, forse, apriranno agli uomini. «Collaboriamo da poco anche con lo psicologo Fabio Martino, presidente dell’associazione “A Voce Alta” che si occupa di uomini maltrattati», precisa Renna.

 

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