A giugno chiudono le Poste di via Porto

Per l’Asl mancano i requisiti per tenere aperto l’ufficio. Lavori troppo costosi, l’azienda sta valutando altre soluzioni

L’ufficio postale di via Porto da inizio giugno chiuderà i battenti. Nulla a che vedere con la riorganizzazione aziendale di Poste italiane che prevede la dismissione di diversi sportelli in tutta la provincia, che sono ritenuti “infruttuosi” e che, quindi, vanno eliminati in ossequio alla spending review: al risparmio indiscriminato, indipendentemente dal servizio pubblico. Stavolta a rendere la vita più difficile agli utenti salernitani non è la politica di contenimento dei costi ma problemi burocratici e legislativi. Già, perché in base alla normativa vigente i locali dell’ufficio postale di via Porto non sono in regola e, dunque, non possono restare aperti. E, perciò, per tornare nell’alveo della legalità, necessitano urgentemente di adeguamenti strutturali, indispensabili per non essere considerati fuorilegge. In pratica lo sportello non è più idoneo, né ricevere il pubblico e neppure ad ospitare i dipendenti. Tutte le anomalie contestate sono emerse in seguito ad una verifica degli ispettori dell’Asl. Che, dopo il sopralluogo hanno comunicato il verdetto inappellabile: o si eseguono i lavori prescritti oppure si chiude. Dunque senza gli interventi previsti, che dovranno sanare le irregolarità riscontrate dai funzionari dell’Azienda sanitaria locale, gli sportelli postali che servono la zona occidentale della città non possono continuare ad essere aperti al pubblico.

I lavori richiesti comportano, naturalmente, un esborso, che peraltro non deve essere nemmeno basso, tenuto conto dell’indecisione di Poste italiane. Perché i tecnici della società, che hanno effettuato un sopralluogo, non hanno ancora preso una decisone e stanno valutando se sia il caso, da un punto di vista economico, di realizzare le opere richieste. Sennò l’alternativa sarebbe, per non privare una zona abbastanza ampia di un servizio indispensabile, di cercare altri locali, già conformi alla normativa sulla sicurezza e pronti all’uso per il trasloco immediato. In entrambi i casi, tuttavia, i tempi dovrebbero essere lunghi e, pertanto, si prospetta un indefinito, almeno per ora, periodo di chiusura. La decisione dovrà essere prese entro fine maggio e le due opzioni, indipendentemente da quale verrà scelta prevedono un iter abbastanza complesso da un punto di vista temporale ed organizzativo, visto il minimo lasso di tempo a disposizione.

Le seccature inevitabilmente ricadranno sull’utenza, che si troverà privata dall’ufficio postale e senza poter sopperire alla mancanza con un altro nelle vicinanze. Già da diverso tempo, infatti, è stato eliminato l’altro sportello, che si trovava nella zona di Santa Lucia e che, per quanto angusto, era un punto di riferimento per i residenti del centro storico.

Insomma si prospettano tempi difficili e ricchi di disagi per i residenti della zona, in quanto per portare a termine qualsiasi operazione, dalla più semplice come l’invio di una raccomandata, alla più complicata, si dovranno rivolgere necessariamente e obbligatoriamente altrove. E, naturalmente, a pagarne le maggiori conseguenze saranno i più anziani che, per ritirare la pensione, dovranno recarsi o nella sede delle Poste centrali oppure nell’ufficio di via Arce.

©RIPRODUZIONE RISERVATA