A giudizio il complice di Nastro

PAGANI. Al via il sedici dicembre prossimo davanti al tribunale di Nocera Inferiore il processo per Stefano Vuolo, cinquantaquattrenne pregiudicato originario di Corbara, sotto accusa per aver...

PAGANI. Al via il sedici dicembre prossimo davanti al tribunale di Nocera Inferiore il processo per Stefano Vuolo, cinquantaquattrenne pregiudicato originario di Corbara, sotto accusa per aver favorito la latitanza del killer Nco Antonio Nastro, alias “Chiavetta”. Vuolo, proprietario del casolare nascondiglio dove il boss aveva trascorso la sua permanenza in zona, era divenuto il suo autista. Nastro era scappato dal carcere di Fossombrone nell’estate del 2011, approfittando di un permesso premio, finendo in trappola il quattro giugno 2012 dopo un lavoro di intelligence dei carabinieri della tenenza di Pagani, coordinati dalla Dda di Salerno. La vicenda giudiziaria di Vuolo arriverà davanti al giudice, mentre Nastro ha già patteggiato cinque anni di reclusione senza il riconoscimento del metodo mafioso, accusato di rapina ed evasione dal carcere.

Con lui aveva patteggiato due anni per concorso in rapine e favoreggiamento anche Carlo Esposito, alias “Carluccio”, davanti al gup del tribunale di Salerno Donatella Mancini, col contestuale stralcio e rinvio per gli altri due indagati nel procedimento, il cinquantatreenne di Corbara Stefano Vuolo, ora finito a giudizio in qualità di proprietario del casolare adoperato dall’ex camorrista e il ventisettenne Francesco D’Amaro, paganese, titolare della Punto utilizzata dal boss dietro versamento di denaro.

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