«A Fratte e Cappelle si continua a morire»

La denuncia choc di Lorenzo Forte: «Nell’ultimo mese più di dieci decessi dovuti a tumori e leucemie»

Se in pieno centro città il ricorso a misure urgenti per ridurre l’inquinamento dell’aria non sembra ancora essere nei piani del Comune di Salerno, in altri quartieri sarebbe invece impellente un intervento dell’Amministrazione comunale. Come a Fratte e Capelle dove i residenti continuano a sentirsi abbandonati al loro destino di morte e malattia, nel silenzio delle istituzioni locali. Negli ultimi giorni si sono registrati ancora altri casi di decessi dovuti a tumori e leucemie. Addirittura in una sola strada ci sono stati, nell’ultimo mese, più di dieci decessi dovuti a queste patologie. «In via della Partecipazione a Cappelle – ha raccontato Lorenzo Forte del comitato “Salute e Vita” – su trenta persone colpite da queste patologie ne sono già morte tredici. Si continua a morire mentre la politica è impegnata a discutere e non a mettere in campo azioni concrete».

Le dure parole del portavoce del comitato di cittadini che da anni si batte con tutte le sue forze per chiedere il dislocamento delle fonderie Pisano e la bonifica dell’area, ritenuta fonte di inquinamento e morte, sono avvalorate anche dalle rilevazioni delle due centraline mobili che l’Arpac, su richiesta della Procura della Repubblica, ha installato in due punti strategici: una nei pressi dello svincolo autostradale ed un’altra all’altezza della rotatoria di via dei Greci, a pochi passi dallo stabilimento industriale.

Nel 2015 la prima centralina ha rilevato 22 giorni di sforamento dei livelli massimi di emissione delle polveri sottili in atmosfera mentre secondo la seconda i giorni di sforamento sono stati ben 45, sei in più di quelli registrati in via Vernieri, in pieno centro città. Dati che secondo Forte sono più che significativi per avere un quadro della situazione. «Se quella nei pressi dell’autostrada e della tangenziale registra meno giorni rispetto a quella installata vicino alle fonderie – ha sostenuto – allora vuol dire che un problema c’è e facciamo bene a preoccuparci e a continuare a lottare». A preoccupare gli attivisti del comitato è soprattutto «l’aumento dei casi di tumore al polmone che a cavallo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio ha fatto registrare altre quattro morti». (m.a.c.)

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