A Cava evasione da record sulle affissioni e i passi carrabili

Nelle casse del Comune mancano oltre 800mila l’anno. Controlli a tappeto, nel mirino la segnaletica “fai da te”

CAVA DE' TIRRENI. Buone nuove dal Comune sul fronte della riscossione dei tributi evasi. L’obiettivo è rientrare in tempi brevi delle somme dovute soprattutto in merito alle imposte sui passi carrabili e le affissioni pubblicitarie. Si tratta di recuperare almeno 800mila euro. Per questi motivi sono state messe in campo tutte le forze necessarie per censire il numero effettivo di passi carrabili esistenti e avviare i dovuti controlli sui divieti di sosta agli accessi privati non registrati. A stupire è la conta dei segnali autorizzati con il simbolo del divieto di sosta e, di contro, l’effettiva presenza nettamente maggiore per le strade della città.

Stando alla banca dati dell’Aipa – l’Agenzia italiana per pubbliche amministrazioni specializzata in servizi di accertamento – il numero dei passi carrabili censiti e regolarmente autorizzati a Cava de’ Tirreni ammonta a soli 989. Pochi rispetto a quanti se ne vedono. Infatti, secondo l’assessore al bilancio, Adolfo Salsano, una stima più veritiera si aggirerebbe almeno intorno alle tremila unità. I calcoli non sono difficili: sulla base di un canone medio annuale di 40 euro, il Comune dovrebbe incassare almeno 120mila euro. Invece – come attestato dalla banca dati Aipa – sui 989 passi carrabili le entrate a oggi sono di 53mila euro circa, il che significa un passivo che va da un minimo di 80mila a un massimo di 100mila euro. In parole povere, almeno un terzo dei passi carrabili è “fai da te”, è affisso cioè senza il codice numerico che lo identifica quale legittimo.

Per quanto riguarda pubblicità e diritti d’affissione, la banca dati Aipa è aggiornata alle concessioni rilasciate di recente: a oggi, per le imposte pubblicitarie si raggiungono almeno un milione e 100 euro di accertamenti. Tuttavia il riscosso nell’immediato, anche qui, è solo di un terzo (365mila euro circa); il che significa che per recuperare la cifra restante (735mila euro) il Comune deve ricorrere ogni volta a un’azione coattiva. Più difficile risulta, infine, stare dietro alla conta dei totem luminosi e delle insegne dei negozi considerata la velocità con cui aprono e chiudono nuove attività commerciali. Con i passi carrabili non autorizzati da un lato (che una volta accertati dovrebbero rimpinguare le casse di Palazzo di Città di almeno 80mila euro), e i ritardi nei pagamenti dell’imposta sulla pubblicità (oltre 700mila euro) il deficit calcolato è di gran lunga superiore a 800mila euro all’anno.

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