A Capaccio Scalo nasce il Museo della “Lambretta”

Riesplode in provincia di Salerno la passione per questo straordinario motoveicolo. Dal 6 gennaio sarà possibile ammirare ben cinquanta esemplari

Dal 1953, anno in cui il capaccese Donato Sangiovanni, a bordo della propria Lambretta, percorreva 446 km del Giro della Campania e del Lazio, sono trascorsi un bel po' di anni. Ma gli appassionati della "sportiva" a due ruote sono triplicati in provincia di Salerno. Proprio a Capaccio Scalo, alcune testimonianze di quella impresa sono ancora ben visibili. Nel museo "Lambretta Club Salerno", infatti, si possono ripercorre oltre cinquanta di storia di questo fantastico motoveicolo che ha fatto innamorare milioni di italiani. Il museo, dedicato allo storico lambrettista capaccese Emilio Quaglia, nasce dall'idea di un gruppo di amici. In testa c'è l'ingegnere Gianpiero Cola che già alla fine degli Anni Novanta ha cominciato a collezionare pezzi d'epoca, tutti i modelli della produzione Innocenti, l'archivio storico della Commissionaria Innocenti di Guido Iannone a Salerno, vari accessori, immagini del raduno nazionale svoltosi nel '60 sempre a Salerno e tante altre testimonianze. Così, il 6 gennaio, in occasione dell'anniversario della storica festa della "Befana del Vigile", tutti questi repertori potranno essere visitati all'interno del museo allestito dall'ingegnere Cola, presidente del Lambretta Club Campania e vicepresidente del movimento nazionale, e rivolto a tutti gli appassionati del settore. All'interno si possono ammirare pezzi d'epoca, tre lambrette sono del '47. C'è, quindi, tutta la produzione Innocenti fino alla fine degli Anni Settanta. In totale si possono osservare oltre cinquanta lambrette.