«A Battipaglia si gioca il futuro dell’industria di tutta la provincia»

Il presidente dell’Asi, Visconti, e il rapporto con il Comune «Per ora nessun contatto ma siamo disposti al confronto»

«Se mio figlio è bravissimo in matematica, devo indebitarmi pur di mandarlo all’università; non posso costringerlo a zappare». La metafora è di Antonio Visconti: “figlio” sta per Battipaglia, e “matematica” per vocazione industriale. Nei giorni in cui si parla tanto dell’area industriale, il neopresidente del consorzio Asi interviene nel dibattito e dice che «parlare degli insediamenti cittadini è un imperativo categorico perché il rilancio del Salernitano parte proprio dall’area di Battipaglia».

Discutere di stabilimenti e fabbriche vuol dire toccare la carne viva del territorio. Negli ultimi due anni, a Battipaglia, la desertificazione industriale ha portato al fallimento di grandi e medi stabilimenti come Paif, Termopaif, Btp Tecno e Fer.Gom, e allo smembramento di Alcatel-Lucent. L’amministrazione comunale ne è consapevole e vuole affrontare i problemi legati al mondo dell’industria: «Nei prossimi giorni – annuncia la sindaca Cecilia Francese – chiederemo una conferenza dei servizi tra Consorzio Asi, Comune e Regione Campania per risolvere la delicata questione delle autorizzazioni ricadenti in area Asi».

Il battipagliese Visconti dice di non aver avuto contatti con l’amministrazione: «Per ora non c’è nulla». Si dice comunque disposto al confronto. Il commercialista, ad ogni modo, specifica che «l’agglomerato industriale battipagliese rientra in uno dei punti dell’interesse dell’Asi». E aggiunge che «Battipaglia è il tavolo da biliardo sul quale si gioca il futuro dell’industria di tutta la provincia».

D’altronde alcuni lotti rimangono ancora di competenza del Consorzio. Nel 2011, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giovanni Santomauro, stabilì di recedere dal Consorzio Asi e di gestire direttamente l’area industriale; nel 2013 l’uscita venne ratificata e fu istituito un ufficio per l’acquisizione delle competenze che erano state dell’Asi. Quella fuoriuscita, poi, finì pure nel mirino della commissione d’accesso che stilò la relazione alla luce della quale fu decretato lo scioglimento del Consiglio comunale. Il recesso, a detta dei commissari, serviva «a favorire insediamenti commerciali con evidenti intenti speculativi». Quella delibera è ancora operativa, e l’amministrazione non è intenzionata a revocarla: d’altronde, all’epoca di Santomauro, l’opinione pubblica cittadina salutò favorevolmente il recesso.

La partita si gioca sui contenziosi legali che l’avvocatura comunale sta seguendo da tempo. In diverse occasioni, infatti, l’Asi s’è opposta al rilascio delle autorizzazioni, da parte del Comune, agli insediamenti, ritenendo d’avere ancora voce in capitolo, non avendo rilasciato, nel 2013, alcun nulla osta. In due casi, relativi all’Holbek e a un centro commerciale nei pressi della Sivam, i giudici del Tar hanno contestato le ragioni del Consorzio. A Lst, invece, hanno imposto di richiedere le licenze all’Asi, visto che i fatti risalgono a tempi antecedenti al recesso. Su Agrifina, invece, s’esprimerà il Consiglio di Stato il prossimo 28 settembre.

Carmine Landi

©RIPRODUZIONE RISERVATA