Il caso

730 online: boom sospetto tra gli ultrasettantenni

L’hanno compilato tremila anziani salernitani ma spesso dietro ci sono i Caaf

SALERNO. Ben 17.635 contribuenti salernitani hanno scelto il 730 online. È il dato comunicato dall’Agenzia delle entrate dopo che il 22 luglio si è chiusa l’operazione della comunicazione dei redditi attraverso il modello precompilato. La provincia di Salerno è risultata la seconda in Campania per numero di dichiarazioni 730 online dopo quella di Napoli, dove più di 49mila persone hanno preferito la nuova procedura anziché rivolgersi a un centro autorizzato di assistenza fiscale o a un professionista. Insomma, un buon traguardo per il nuovo strumento fiscale che, in questo suo secondo anno di vita, ha visto l’introduzione di tantissime innovazioni sul piano delle informazioni a fini tributari. Nel 2015, infatti, col primo 730 online, era possibile inserire solo dati reddituali e quelli riferiti all’accensione di mutui, dovendo poi lo stesso contribuente effettuare tutte le dovute aggiunte e correzioni. Quest’anno sono state introdotte tante altre spese e oneri, e loro relativi rimborsi o detrazioni: spese sanitarie, universitarie e funebri; contributi versati alla previdenza complementare; bonifici riguardanti le spese per interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica degli edifici.

Uno strumento alla portata di tutti. La nota significativa che l’Agenzia delle entrate ha voluto sottolineare è che l’utilizzo di questo nuovo strumento non sembra avere limiti anagrafici. Di fatti l’età di tutti gli utilizzatori del 730 precompilato è davvero molto varia e va dai 30 anni fin oltre gli 80 anni. La sorpresa maggiore sono proprio i pensionati, gli ultrasettantenni che risultano aver utilizzato il sistema online sono circa il 19%. Stiamo parlando di oltre tremila persone sopra i 70 anni nella sola provincia salernitana.

I dubbi dei responsabili dei centri di assistenza fiscale. Su questo dato, però, si appuntano non pochi dubbi. «Quelli sugli anziani potrebbero essere dati falsati, è difficile pensare che così tante persone in tale fascia di età abbiano tutta questa dimestichezza con l’informatica – spiega dubbiosa Francesca Franco, responsabile Caaf Cgil – Senza contare che il rapporto del pensionato con il 730 è molto strano e chi fa questo lavoro da oltre 20 anni lo sa bene: i pensionati hanno l’abitudine di rivolgersi al Caaf, per cui è strano pensare che chiedano a nipoti e figli di sostituirsi in quello che può essere un impegno personale». Dubbio espresso anche da Marisa Sacco, responsabile Caaf della Cisl di Salerno.

Gli escamotage. Un rischio sembra essere che questo strumento innovativo possa trasformarsi in un’arma a doppio taglio, proprio per i pensionati di età avanzata. Alcuni centri di assistenza fiscale potrebbero farsi rilasciare il pin personale dal contribuente, effettuando per suo conto l’operazione dietro un minimo pagamento del servizio. Ciò permetterebbe al Caaf di non incorrere nel rischio di addossarsi eventuali errori, che ricadrebbero tutti sull’utente. A questo si aggiunge la possibilità per il responsabile di qualche Caaf in malafede, di avere una parte dell’incasso in nero. Ovviamente si spera possa essere solo un’eventuale scenario, anche se dalla stessa Agenzia delle entrate confermano che non si tratta di un’ipotesi improbabile. «Effettivamente a oggi non abbiamo un metodo che tracci l’indirizzo Ip del computer da cui avviene l’accesso al sito dell’Agenzia. Noi individuiamo il contribuente dal codice fiscale con il domicilio che risulta all’anagrafe tributaria, non dalla postazione da cui è stata realmente spedita la richiesta di procedura», spiega Paola Di Napoli, dell’Agenzia delle entrate. Insomma il 730 precompilato online rappresenta sicuramente un importante strumento di semplificazione burocratica, ma forse occorrono ancora vari anni e ulteriori modifiche affinché possa mostrare tutta la sua efficacia e affidabilità.

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