2002-2012: i dieci anni dell'euroPersi ventiduemila posti di lavoro

Salerno. E’ crollata l’occupazione giovanile: oltre il dieci per cento in meno. Record regionale di addetti in agricoltura: sono diciannovemila. Il numero più alto di impiegati è nel settore terziario con il 73,3% della forza lavoro a fronte del 67,5 di media nazionale

• Il lavoro in provincia di Salerno ha assunto, negli ultimi 10 anni, i contorni dell’emergenza sociale. Lo dimostrano i dati dell’Istat che fotografano, dal 2001 al 2010, il mercato del lavoro provinciale.

• Con la lira. Il parallelo, forse, non è del tutto corretto, ma nel 2001 il mercato del lavoro aveva una soliditá che oggi non c’è più. Il tasso di disoccupazione era dell’11,7 per cento. E le persone che lavoravano regolarmente nel Salernitano erano 357mila (39,6 per cento della popolazione attiva). Il dato più incoraggiante era che il 54,2 per cento dei giovani di etá compresa tra i 25 e i 34 anni aveva un lavoro. Mentre solo il 18 per cento dei neo laureati aveva difficoltá a trovare un’occupazione.

• Con l’euro. Il 2005, preso come anno d’esempio della transizione, giá dimostra come il sistema-lavoro a Salerno sia peggiorato: sempre più giovani a spasso, occupazione in declino. Tutti dati confermati nel 2010 quando erano impiegate 335mila persone (35,6 per cento). Anche in questo caso, l’elemento che deve far riflettere maggiormente è il tasso di occupazione giovanile: solo il 43,8 per cento dei giovani tra i 25 e i 34 anni lo scorso anno aveva un lavoro stabile. In dieci anni sono stati persi più di 10 punti in percentuale, mentre la disoccupazione, sempre in questa fascia d’etá, è arrivata al 23 per cento.

• Settori di attivitá. L’elevata vocazione terziaria della provincia salernitana è confermata dalla distribuzione degli occupati per settore di attivitá, con quasi 246mila lavoratori impegnati nei servizi (il 73,3 per cento della forza lavoro a fronte del 67,5 di media nazionale). All’interno del settore terziario, il primato va al commercio con quasi 55mila addetti, seguito da quello della ricettivitá (18,8 mila), dai trasporti e magazzinaggio (16,5 mila). Più contenuto è il peso dell’industria che conta quasi 71mila occupati, pari al 21,1 per cento dell’occupazione provinciale (la media nazionale è del 28,5 per cento).
vAll’interno del settore industriale, poco più di 33mila lavoratori sono occupati nell’industria manifatturiera e gli altri 37.800 nelle costruzioni e nei comparti "minori" dell’industria in senso stretto. All’interno del manifatturiero, i comparti più rappresentativi sono quelli dell’industria alimentare (10.800 addetti), della lavorazione del metallo (8.200), della lavorazione di gomma, plastica e minerali non metalliferi (6.700) e in misura più contenuta del legno e della carta (4mila) e del tessile, abbigliamento, pelle e calzature (3.700). Infine, l’agricoltura, impegna quasi 19mila lavoratori: dato più alto in Campania.
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