Il rapporto tra Mario Del Mese e la società di costruzioni Esa – rapporto su cui la Procura indagherebbe nell’ambito di un’inchiesta per corruzione che mette sotto accusa anche il sindaco Vincenzo De...

Il rapporto tra Mario Del Mese e la società di costruzioni Esa – rapporto su cui la Procura indagherebbe nell’ambito di un’inchiesta per corruzione che mette sotto accusa anche il sindaco Vincenzo De Luca e il primogenito Piero – sarebbe nato nel 2009. È lo stesso Del Mese a dichiararlo, nel settembre dello scorso anno, al sostituto procuratore Vincenzo Senatore che lo interrogava sul crac Amato. «Ho conosciuto la Esa attraverso la presentazione di un ingegnere che è un caro amico di famiglia – spiega Del Mese agli inquirenti – e nel 2009 ho iniziato un rapporto di collaborazione personale, non come Ifil».

La Ifil, di cui Del Mese risultava socio e amministratore di fatto, entra in gioco qualche mese dopo, per il coordinamento dei cantieri di Piazza della Libertà e della Cittadella giudiziaria, dove Esa stava eseguendo i lavori. Una “consulenza” che sarebbe fruttata circa 700mila euro e di cui gli inquirenti sospettano un collegamento sia con l’amicizia tra Del Mese e Piero De Luca sia con un finanziamento della campagna elettorale del padre alle regionali del 2010. A raccontare di soldi pagati per l’organizzazione del comizio a piazza Plebiscito, allungando una nuova luce sulle indagini per fatturazioni fittizie in cui Ifil era incappata, è stato un anno fa Peppino Amato. Fu lui a dire che la società di famiglia aveva pagato i gadget della campagna deluchiana per la Regione, e a indicare in Mario Del Mese la persona che avrebbe portato le fatture. Sempre Giuseppe jr parlò di Piero De Luca («Del Mese mi raccontava di viaggi da lui in Lussemburgo per depositare lì una parte dei proventi della Ifil») e di mediazioni dell’imprenditore con Palazzo di Città: «Gli demmo 45mila euro per le pratiche comunali: “voi datemi queste cifre e io vi porto avanti la vicenda”, così ci diceva». Del Mese ha sempre smentito, presentando in Procura documenti e una denuncia per calunnia. Venerdì il suo difensore, Cecchino Cacciatore, lo ha ribadito in una nota stampa che avanza dubbi pesanti sull’attendibilità di Amato Jr. Gli ha replicato ieri il suo legale, Mariano Salvio, spiegando di aver trovato in lui «una persona lucida e con una prontezza di spirito invidiabile» e invitando gli interlocutori a «un po’ di rispetto; per i familiari più stretti e per un uomo che anela di recuperare “dimensione di normalità”». Quanto alle dichiarazioni del suo assistito invita a evitare commenti pubblici: «Ritengo che i processi vadano discussi nelle aule dei Tribunali e le eventuali fonti di prova si scardinino in dibattimento».

Fiducioso nella magistratura, e convinto che le affermazioni di Amato saranno smentite, si dice il capogruppo comunale dei Progressisti, Luca Sorrentino. Ribattendo al consigliere di Fratelli d’Italia Roberto Celano, che invitava gli esponenti della maggioranza a far sentire la loro voce, Sorrentino parla di «dichiarazioni di “soloni” che hanno pontificato su una vicenda fumosa e inconsistente, trita e ritrita oramai da tempo». Quindi ribadisce «la scorrettezza politica di chi, pur professandosi garantista nel profondo su vicende che coinvolgono l’altra parte politica, non perde l’occasione per lanciarsi a testa bassa nella macchina del fango ordita a puntino e in modo meschino in questi giorni. Una doppia morale propria di chi dal vecchio non è mai uscito».

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