La protesta

È ripresa l’occupazione al liceo Da Vinci

Contestata la mancanza di spazi associativi per i giovani. «Questa città offre solo i bar»

«Non protestiamo contro la nostra scuola o per saltare le lezioni», questo è quello che gridano a gran voce gli studenti dell’istituto superiore “Leonardo Da Vinci”, di Salerno, che da lunedì mattina hanno nuovamente occupato gli spazi siti in via Principessa Sichelgaita. Continua, quindi, la mobilitazione nell’istituto e si intensifica il braccio di ferro tra gli studenti e il preside Nicola Annunziata che non approva quanto sta accadendo. Nonostante questo, però, il Da Vinci si dimostra una scuola unita e compatta, ad eccezione di un’unica classe che ha deciso di continuare a svolgere regolarmente le attività didattiche in vista dell’imminente maturità.

Gli studenti rivendicano degli spazi aggregativi dove potersi incontrare e confrontarsi sui temi che gli stanno più a cuore e puntano il dito anche contro il Comune che ancora non mette in campo delle politiche giovanili ad hoc per loro. «Purtroppo – spiegano alcuni studenti – noi non abbiamo avuto l’appoggio dei docenti e del nostro dirigente scolastico come è accaduto, invece, negli altri istituti». Il liceo scientifico, infatti, non è l’unico istituto che sta vivendo giorni di contestazioni, anche altre scuole salernitane sono nella medesima condizione, come il liceo classico “Tasso” e il liceo scientifico “Da Procida”.

Il filo che lega i tre licei è la richiesta di trasporti pubblici efficienti soprattutto per i pendolari, un’edilizia scolastica che non fa altro che favorire la privatizzazione dell’istruzione pubblica e la mancanza di spazi sociali, «siamo costretti – continuano gli studenti – ad incontrarci nei bar pur di scambiarci idee ed opinioni, oppure usiamo i social», perdendo così il contatto con la realtà. «Abbiamo cambiato i corsi – spiega una studentessa – se prima erano basati sugli interessi degli alunni ora invece affrontiamo tematiche attuali». E così durante le ore di occupazione, in ogni classe, ci si confronta su temi che vanno dalla violenza sulle donne all’Isis per creare dei piccoli dibattiti col fine di fare aggregazione. «Il nostro intento – concludono – è quello di far sì che la scuola diventi un luogo di formazione di pensieri, visto che la figura dello studente sta perdendo sempre più valore».

©RIPRODUZIONE RISERVATA