È morto Mimì Santacroce il magistrato anticamorra

Si è spento ieri all’età di 79 anni, stamane l’ultimo saluto in via Filangieri Le lotte giudiziarie con la criminalità organizzata e la stima di Marcello Torre

È morto ieri all’età di 79 anni, l’avvocato e già magistrato Domenico Santacroce. Il noto professionista cavese, conosciuto e ammirato per la sua lotta alle organizzazioni malavitose, se n’è andato in silenzio, come era nel suo stile.

Domenico Santacroce, padre di Pia, Enrica Maria, Paolo, Claudio e Roberto, intraprese la carriera in magistratura dirigendo diverse preture delle regioni del nord Italia. È stato anche giudice del Tribunale di Brescia. Trasferito a Salerno, fu sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale civile e penale del capoluogo distinguendosi per le spiccate qualità professionali e culturali, tanto che il Consiglio superiore della magistratura lo volle procuratore capo della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sala Consilina.

Il presidente onorario della Corte di Cassazione, Felice Scermino, e la cittadinanza di Cava de’ Tirreni, lo ricordano come un magistrato di prim’ordine, essendo stato uno dei primi ad interessarsi dei fatti di camorra. Un esempio su tutti è l’attività svolta verso il clan Serra, ben radicato nell’Agro nocerino sarnese. In particolare la sua attività di magistrato lo ha portato, negli anni, ad interessarsi degli episodi nei quali più chiara ed evidente fu la commistione tra politici e clan camorristici. Per smascherare le illecite attività, Domenico Santacroce emise un’ordinanza attraverso la quale mise in rilievo le cointeressenze economiche esistenti tra politici, amministratori e camorristi.

Un singolare episodio che testimonia la serietà e la professionalità del magistrato Santacroce, fu l’atto di stima che il sindaco di Pagani Marcello Torre, poi ucciso dalla camorra, volle offrirgli quando, consapevole di essere in pericolo di vita, affidò proprio a Mimì Santacroce una lettera il cui contenuto non è stato mai svelato. Altro importante successo del magistrato Santacroce, ai tempi dell’incarico di Procuratore a Sala Consilina, fu la scoperta, in sinergia con la Procura della Repubblica di Salerno, dello scandalo della Fondovalle.

Insomma, è stato un magistrato che non si è mai fermato di fronte alle difficoltà, quelle vere, quelle che mettono in pericolo la propria vita, e pur di affermare i valori della giustizia ha combattuto il marcio della società civile. Ultimamente, l’ex procuratore della Repubblica, che fu anche consulente della commissione parlamentare antimafia, è stato ospite della trasmissione televisiva locale promossa dall’associazione giornalisti Cava-Costa D’Amalfi Lucio Barone Agorà, di cui fa parte anche la nuora giornalista, Imma Della Corte.

L’ex amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Gravagnuolo, alla luce degli atti intimidatori che si verificarono contro il Palazzo di Città quando a Cava ci furono i primi abbattimenti di case abusive, cercò di instaurare con il magistrato Santacroce un articolato discorso sulla legalità. L’idea era di costituire un comitato il cui presidente avrebbe dovuto essere proprio l’avvocato Santacroce.

La sua morte improvvisa ha scosso anche l’ambiente teatrale della cittadina metelliana, dove opera la sorella Clara Santacroce con il suo laboratorio teatrale “Arte Tempra”. In segno di lutto sono stati sospesi i due appuntamenti teatrali previsti nel fine settimana.

L’ultimo saluto all’ex pm è previsto oggi alle 9,30 nella chiesa di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori in via Filangieri.

Annalaura Ferrara

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