È la letteratura la materia più “costosa”

I prezzi dei volumi adottati negli istituti superiori della città. E al “Santa Caterina” si sfora il tetto di spesa imposto dal Miur

È la letteratura italiana la materia più “costosa” con cui avranno a che fare i ragazzi che stanno per cominciare le scuole superiori. A testimoniarlo il costo dei libri di testo adottati negli istituti cittadini. Non scherzano neanche i volumi di grammatica, matematica e inglese ma, a prescindere dal tipo di scuola, la classica antologia - il “mattone” che racchiude il meglio degli scrittori e dei poeti del Belpaese- guadagna il titolo di libro più caro. È così al liceo classico “Tasso” dove il volume curato da Paola Biglia, Paola Manfredi e Alessandra Terribile, dal titolo “Interminati spazi” e dal costo di 36,80 euro, è il più adottato nelle prime. E se al classico “De Sanctis” gli insegnanti di italiano hanno stilato una lista di testi abbastanza “low profile” - escluso quelli che hanno optato per il “Sensini” che sfiora i 40 euro - non hanno fatto lo stesso i professori di inglese e di greco, i cui libri di testo appaiono tra i più costosi. Più abbordabile la spesa per gli studenti del primo anno dello scientifico “Da Vinci”: i libri che dovranno comprare difficilmente superano i 25 euro di costo. Per gli alunni dell’istituto tecnico industriale “Basilio Focaccia” l’unica spesa consistente è quella che riguarda l’acquisto dei libri di chimica e di tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica, venduti a oltre 30 euro. La vera “mazzata” arriva per le matricole dell’istituto tecnico femminile statale “Santa Caterina da Siena”, scuola che tra le cinque prese in considerazione, è l’unica che sfora quasi in ogni classe il tetto massimo di spesa per i libri di testo imposto dal Miur. Il Ministero ha, infatti, messo un freno alle richieste avanzate dalle scuole in fatto di libri da comprare: al Tasso, per le prime classi, è di 335 euro, limite che viene sempre rispettato, anzi nella sezione C, ad esempio, i ragazzi spendono ben 94 euro in meno rispetto alla cifra massima permessa. Stesso limite al De Sanctis e anche qui alcune classi , come la I C arrivano a “risparmiare” ben 65,25 euro. Sul sito web del Da Vinci non si specifica quale sia il tetto massimo di spesa imposto dal Miur, presumibilmente lo stesso imposto ai licei classici, ma facendo un rapido calcolo dei libri adottati, compresi quelli solo consigliati e non da acquistare obbligatoriamente, si sfiora giusto di qualche euro il tetto imposto. Trecentoventi euro, invece, la cifra massima di spesa pensata per gli alunni degli istituti tecnici. Ma mentre al “Focaccia”, il limite è rispettato in tutte e nove le sezioni (con ampi margini di risparmio), non succede lo stesso al “Santa Caterina da Siena” dove in tutte e sei le prime classi create quest’anno il tetto imposto dal Miur viene ampiamente “sfondato”. In alcune sezioni, come la B e la C “Enogastronomia e ospitalità alberghiera”, i ragazzi sono costretti a spendere ben 72 euro più del dovuto. Obbligatoriamente. ©RIPRODUZIONE RISERVATA