INTERNET E SOCIAL

«È il momento del sindacato degli influencer»

A lanciare l’idea è Mafalda De Simone ma sulla proposta si sono scatenati in rete gli haters

Un sindacato “innovativo” che tuteli la figura “nuova” professionale dell’influencer. La proposta arriva da Mafalda De Simone , un influencer di successo. L’obiettivo è creare un organismo che salvaguardi gli interessi di chi esercita questa forma innovativa di lavoro, che ogni giorno devono combattere contro gli haters e alcuni brand che se ne approfittano per ottenere sponsorizzazioni gratuite dei propri prodotti. Dopo l’istituzione del “sindacato degli influencer” in America e in Inghilterra, arriva la proposta dell’influencer di Mirabella Eclano, paesino in provincia di Avellino, che vanta sul suo profilo Instagram 182mila followers. Una proposta che fa discutere e si è aperto un dibattito in Italia.

«Ci sono delle pratiche scorrette, molti ragazzi mi hanno raccontato le loro esperienze: le aziende li contattano chiedendo di acquistare il loro prodotto a metà costo e chiedevano in cambio pubblicità gratuita - racconta l’influencer Irpina -. Altri chiedevano tantissime “stories” e “post” inviando in cambio gadget di basso costo e qualità». Alla 26enne irpina, studentessa di giurisprudenza dell’Università di Salerno, dopo la sua proposta, sono arrivate finanche minacce di morte. Anche la settimana scorsa l’influencer è stata vittima degli haters, in seguito alla sua proposta di introdurre nel mondo della scuola una disciplina che insegni agli studenti, con l’ausilio di personale qualificato, ad usare i social in modo corretto. Le contestazioni sono arrivate a pioggia. È stata accusata di voler diventare una maestra-social. Non è mancata la solidarietà di chi ha sposato il progetto.

«Ho avuto tantissime proposte da varie sigle sindacali, tra cui la Uil, e da vari avvocati che mi hanno offerto il loro appoggio. Personaggi noti dello spettacolo mi hanno dato il loro appoggio come Paola Di Benedetto e Paolo Stella , noto influencer, ma altri personaggi che annuncerò nelle mie stories prossimamente», ha affermato la De Simone che ha ricordato il sacrificio che c’è dietro al lavoro di influencer e i costi di produzione elevati: il fotografo, il videomaker, lo studio dei testi e l’orario di pubblicazione. La De Simone respinge le accuse di cercare solo visibilità. «L’importante che si faccia. L’idea è mia, ma l’importante è che si crei. Alcuni mi hanno appoggiato ed espresso la loro solidarietà e altri invece mi hanno criticato. La mia famiglia mi supporta in tutto, è super orgogliosa di ciò che faccio. I tempi sono giusti per accettare che l’influencer sia riconosciuto come lavoro e a sua volta deve anche essere tutelato».

Rosanna Mazzuolo