«È facile prendersela con gli immigrati»

Alta tensione nella frazione Marra a Scafati, don Ciro De Marco condanna gli atti discriminatori

SCAFATI. Immigrazione e sicurezza a Marra. Don Ciro De Marco: «Non è sempre colpa degli stranieri».

La presenza di numerosi immigrati che vivono nella periferia di Scafati ai confini con Boscoreale è diventata, negli ultimi mesi, un elemento che produce notevole incertezza e spaesamento nella percezione degli abitanti storici della città. Chi si è riversato in strada lo scorso primo marzo per protestare, in seguito all’escalation di furti nelle abitazioni, è stanco e chiede giustizia. I cittadini della frazione Marra – Cangiani avvertono, infatti, che qualcosa sta cambiando e percepiscono che un crescente flusso di stranieri sta mutando le componenti ambientali in cui vivono.

L’episodio di venti giorni fa, che ha avuto come vittima un giovane romeno, sta facendo riflettere su una doppia emergenza che sta colpendo il territorio da un lato alle prese con un preoccupante allarme criminalità, vista la recrudescenza dei furti che sembrano ormai all’ordine del giorno e dall’altro di fronte ad un’emergenza immigrati ritenuti presunti responsabili dei fatti criminali. «La crisi morde e cresce la popolazione a rischio di povertà – sostiene don Ciro – Stiamo soffrendo tutti, la società è in difficoltà e a rubare non sono solo gli immigrati».

Il parroco emerito della Chiesa del Suffragio non vuole certamente giustificare gli stranieri ma sottolineare che «spesso quella di dare la colpa agli immigrati diventa una fissazione. Ci sono stranieri che si comportano bene e altri che si comportano male così come ci sono italiani onesti e altri disonesti. Non bisogna mai fare di tutta l’erba un fascio». A Marra vive la maggior parte dei circa duemiladuecento immigrati regolari residenti a Scafati. A tutte le ore del giorno, marocchini, romeni, bulgari o ucraini percorrono la lunga arteria, via Poggiomarino, che separa il territorio scafatese da quello dell’hinterland vesuviano. Appaiono sfiduciati, perplessi, un po’ diffidenti e fanno fatica a rispondere alla domanda: «Ma davvero tra di voi ci sono gli autori dei furti?».

Nei loro occhi la luce di chi ha sognato l’Italia per un riscatto o semplicemente come luogo di transito, per arrivare in un posto migliore. Per molti di loro Scafati è una terra da cui ripartire e lasciarsi alle spalle povertà, miseria se non persecuzioni e guerre. «Non un posto dove rubare», sussurra una donna magrebina.

Luigi Novi

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