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È allarme percolato Coltivazioni a rischio

SERRE. Attenzione alla discarica di Serre. La Coldiretti lancia l’allarme sui pericoli che incombono per la fuoriuscita di percolato dal sito di stoccaggio. Preoccupato per ciò che sta accadendo il...

SERRE. Attenzione alla discarica di Serre. La Coldiretti lancia l’allarme sui pericoli che incombono per la fuoriuscita di percolato dal sito di stoccaggio. Preoccupato per ciò che sta accadendo il presidente della Coldiretti, Vittorio Sangiorgio, che lancia un monito: «È necessario attivare immediatamente i controlli necessari per scongiurare danni ambientali e all’agricoltura - chiede il rappresentante degli operatori del settore primario – il percolato che fuoriesce dal sito di stoccaggio provvisorio dei rifiuti di Serre potrebbe compromettere notevolmente il sistema».

Monitoraggio e messa insicurezza immediata: il presidente della Coldiretti salernitana si associa all’allarme lanciato dal Capo di Stato maggiore Generale Luigi Vinaccia che in una nota inviata alla Regione sottolinea come la raccolta settimanale del percolato risulterebbe insufficiente per tutto il liquido che produce l’impianto di Serre, causando evidenti segni di probabili fuoriuscite non escludendo di ricorrere all'Autorità Giudiziaria. Una nota che ha suscitato forti timori tra gli esponenti della Coldiretti che sottolinea come il sito delle ecoballe sia posizionato in un’area adiacente l’Oasi Wwf e vicino al fiume Sele: «il sito è posizionato in una zona a forte vocazione agricola, con presenza di coltivazioni miste e aziende di allevamento zootecnico, che esprimono produzioni di elevata qualità - sottolinea Sangiorgio - auspichiamo un intervento immediato delle autorità competenti affinché venga monitorata costantemente la situazione per evitare problemi di inquinamento ambientale e del sottosuolo». L’associazione dei coltivatori chiede la tutela degli imprenditori agricoli ma anche e soprattutto della salute dei cittadini: «bisogna mettere in campo ogni azione utile affinché vengano scongiurati non solo possibili danni all’ambiente – conclude Sangiorgio -ma anche gravi danni economici che subirebbero gli imprenditori agricoli operanti nell’area».

Angelica Tafuri