IL FOCUS

Spesa alimentare, come sta cambiando la tavola degli italiani

Per cibo e bevande "sborsati" quasi due miliardi di euro

L’inflazione continua a farsi sentire e la spesa per gli alimenti e bevande degli italiani è costata quasi due miliardi di euro in più rispetto allo scorso anno, ovviamente con una riduzione delle quantità acquistate. È in sintesi il quadro emerso dall’indagine dell'Osservatorio ISMEA-NielsenIQ sugli acquisti alimentari domestici relativa al primo trimestre di quest'anno. Seppure in rallentamento, l’inflazione continua a rimanere su valori particolarmente sostenuti: ISTAT certifica un +12,6% a marzo.

A fronte di un incremento dello scontrino dell'8,6% vi è una contrazione delle quantità acquistate e l'adozione di strategie volte al risparmio, soprattutto da parte dei nuclei a basso reddito, senza particolari differenze tra Nord, Centro e Sud della Penisola. Tra le diverse tipologie di famiglie acquirenti sono quelle con figli adolescenti a fare i maggiori sacrifici. Per loro l'aumento dello scontrino rimane sotto al 2% ma il carrello si svuota di quasi il 13% delle quantità. I nuclei familiari molto giovani e gli anziani senza figli a carico riducono solo di pochissimo i volumi acquistati, con esborsi maggiori rispettivamente del 7% e dell'11%.

La spesa risulta in aumento per tutti i comparti alimentari con incrementi a doppia cifra per uova (+20%), latte e derivati (+18%), derivati dei cereali (+13%) e lievemente inferiori per le carni (+9%). Nel reparto ortofrutta la spesa cresce di oltre il 3% con variazioni dei prezzi correlati anche a fattori meteorologici e dinamiche. Gli acquisti di oli vegetali crescono del 5% ma il confronto avviene su un 2022 segnato da rincari record, trainati dall'olio di semi (+52% il prezzo di quello di girasole). Il comparto delle bevande registra un incremento di spesa complessivo dell'8,5% al quale contribuiscono soprattutto le bevande analcoliche, in un contesto di spesa invariata e contrazioni in quantità per i vini e di rialzi della spesa inferiori alla media e riduzione in volume delle birre.

Per i prodotti ittici, dopo un 2022 in forte flessione, torna a crescere la spesa, trainata questa volta proprio dal segmento del fresco che era stato il più penalizzato nella scorsa stagione. Il pesce fresco infatti è l'unica voce a registrare un recupero dei volumi (+2%) che, associato all'incremento dei prezzi, fa crescere la spesa del 6,7%. A fronte di ciò, importanti rinunce dei consumatori hanno interessato sia i prodotti ittici surgelati che le conserve ittiche.